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24/09/2010

Le vostre lettere alla nostra redazione

Pubblichiamo questa settimana la testimonianza di Francesco, il marito di Luisa (Alessandra: il dono più bello dopo tanto dolore)
Il dolore nella donna, inteso come patologia ginecologica, non sapevo nemmeno lontanamente cosa fosse.
Sono assieme a Luisa da otto anni, e sposato da due. Nei primi anni non abbiamo mai avuto un rapporto sessuale completo. Man mano che il tempo passava il desiderio di avere un figlio era sempre più forte: di conseguenza, a partire dal 2008, abbiamo iniziato ad avere rapporti completi. Capii quasi subito che c’era qualcosa che non andava. Notai che Luisa faceva delle smorfie di dolore, ma pensai che fosse solo per le prime volte: invece questo si protrasse anche nei mesi successivi.
Dopo qualche tempo cominciammo a parlarne fra noi con una certa preoccupazione. Ci sentivamo molto abbattuti, non riuscivamo a darci una spiegazione e pensavamo: «Com’è possibile che un gesto così naturale come fare l’amore risulti così difficile?”.
La prima decisione che abbiamo preso è stata quella di continuare i rapporti per vedere se la situazione migliorava. Apparentemente pareva che il dolore si attenuasse, ma era solo un’illusione, perché all’atto della penetrazione la sofferenza di Luisa era grandissima. Personalmente, come uomo e compagno di una splendida donna, provavo un senso di impotenza: mi sembrava un ostacolo insormontabile, ero molto deluso.
La seconda decisione che abbiamo preso è stata quella di andare a fare una visita ginecologica, alla quale ho voluto essere presente anch’io: al contrario di molti uomini, infatti, non ho mai lasciato Luisa abbandonata a se stessa.
Il medico, una persona molto competente visitò Luisa, e la diagnosi fu vaginismo. Ci indirizzò subito a fare una visita da una dottoressa specializzata sull’argomento.
La prima incontro fu molto importante, perché la dottoressa ci spiegò in dettaglio il problema: Luisa non soffriva solo di vaginismo, ma anche di vestibolite vulvare. Indicò subito a Luisa la terapia medica da fare, e il cambiamento di stile di vita nell’alimentazione, nel vestire e nell’igiene intima. Dopo quattro mesi la dottoressa ci disse che potevamo riprendere i rapporti... fu fantastico! Luisa non provava più dolore e riuscivamo ad avere rapporti completi, l’ostacolo che prima sembrava insormontabile fu superato! E’ stato bellissimo!
Dopo solo otto mesi dalla diagnosi Luisa rimase incinta, e fu un’altra emozione meravigliosa. A maggio di quest’anno è nata Alessandra, una bambina stupenda, e la nostra gioia è ora immensa e completa. Ho assistito al parto, è stata una emozione unica. Il travaglio è durato quattro ore, e quando ho visto nascere mia figlia ho provato una gioia indescrivibile: piangevo, ridevo, balbettavo. Per un’ora non sono riuscito a fare un discorso completo! Solo in un attimo di lucidità, con il consenso dei medici, ho tagliato il cordone ombelicale, un gesto che rimarrà sempre nella mia memoria. L’ostetrica mi ha fatto tenere in braccio mia figlia e assieme all’infermiera siamo andati a farle il primo bagnetto, a pesarla e a misurarla. Un’esperienza bellissima.
Non smetteremo mai di ringraziare quella meravigliosa dottoressa per la sua professionalità e soprattutto per averci trasmesso, con un sorriso, un grande amore per la vita.
Grazie!
Francesco, 34 anni

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