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Dopo Galileo: l'aurora della medicina moderna

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28/06/2017

Tratto da:
Erminia Ardissino, Il Seicento, Storia della letteratura italiana/3, Il Mulino, 2014

Guida alla lettura

A lungo considerato un’epoca di decadenza letteraria, il Barocco è stato in tempi recenti rivalutato per i riflessi che il pensiero storico, politico e scientifico, per molti versi profondamente innovativo, ha avuto anche sull’arte della parola: basti pensare a figure come Tommaso Campanella e la sua “Città del sole”, splendida utopia, luminosa espressione poetica di un sogno; Paolo Sarpi e la sua teorizzazione dell’autonomia dello stato dalla Chiesa; e soprattutto Galileo Galilei, che attraverso la sua fede nell’indipendenza del metodo sperimentale e nelle “sensate esperienze” rivoluziona il metodo scientifico e, pur costretto all’abiura dalla gerarchia ecclesiastica, arreca un colpo mortale al dogmatismo aristotelico di stampo tardo-medioevale, bloccato su una visione antiscientifica della realtà. Simbolo e sintesi di questi profondi cambiamenti rimane l’Accademia dei Lincei, fondata da Federico Cesi all’età di diciotto anni – ed è forse questo il dato più significativo, rivelativo di un mondo in cui, alla ancor breve aspettativa di vita, corrispondeva una straordinaria precocità di pensiero e di azione.
Proprio sulle orme di Galileo nasce a Firenze l’Accademia del Cimento, saldamente ancorata al metodo sperimentale, e fioriscono numerose figure di scienziati, alcune delle quali legate indissolubilmente alla nascita della medicina moderna. Di Francesco Redi parla il passo che abbiamo scelto: un medico attento al valore dell’esperienza, alla potenza della deduzione, al rapporto tra ragione e conoscenza, ma anche un uomo di inflessibile coraggio intellettuale, che ribadisce la negazione galileiana del principio di autorità giungendo a contestare – cosa inaudita per i tempi – alcuni passi pseudoscientifici della Bibbia.
Ma Redi è in buonissima compagnia: in quegli stessi decenni Giovanni Alfonso Borelli scrive “Delle cagioni delle febbri maligne della Sicilia degli anni 1647 e 1648”, in cui propone un’idea moderna della pestilenza e della febbre; Marcello Malpighi annuncia la fondamentale scoperta dei vasi capillari e delle strutture degli alveoli polmonari, che gli varranno l’apprezzamento della Royal Society di Londra; Lorenzo Bellini intraprende studi innovativi sulla struttura dei reni, sugli organi di gusto e sulla circolazione, e di anatomia generale.
La medicina di oggi, con la sua capacità di guarire molte patologie e di lenire il dolore, nasce in quegli anni di grande fermento, sullo sfondo di un secolo tormentato che si interrogò sulla natura dell’uomo e sul senso della vita. A questi uomini, al loro pensiero, alla loro prosa limpida e rigorosa, che fonda il linguaggio scientifico moderno, dobbiamo memoria e gratitudine, nella consapevolezza che senza di loro la nostra vita oggi sarebbe diversa e l’avventura intellettuale dell’umanità più povera di orizzonti.
Sebbene laureato in medicina e medico di professione, Francesco Redi (1626-1698) mostra una parallela dedizione al sapere letterario e alla scienza sperimentale. Entrò nell’Accademia della Crusca già nel 1655, fu tra i membri costitutivi del Cimento, dove nel 1664 presentò le sue “Osservazioni intorno alle vipere”. Sulla base dell’esperienza oggettiva e reiterata stabiliva, con una prosa franca e stringente, i nessi tra morso, ghiandole e avvelenamento, distruggendo vecchie credenze magiche. Nel 1666 ricevette sia la nomina di primo medico ducale [scil. a Firenze] sia quello di lettore di lingua toscana. Furono anni di intensa attività sul fronte scientifico e filologico.
Nel 1668 diede alle stampe le “Esperienze intorno alla generazione degli insetti” sotto forma di lettera, in cui sconfiggeva un altro dei capisaldi della vecchia scienza: la generazione spontanea. La prosa qui è più elaborata, più ricca, ma non meno logica. Non solo rende conto di esperienze e arriva a delle deduzioni efficaci, ma afferma perentoriamente il necessario rapporto tra ragione e conoscenza, distrugge il principio di autorità, attacca persino certe affermazioni delle Sacre Scritture. Nelle “Osservazioni intorno agli animali viventi che si trovano negli animali viventi” (1684) rese nota un’altra grande sua scoperta, relativa ai parassiti che attaccano gli organismi, e fece luce su altre cecità della medicina umorale. Si fece promotore della terza edizione del “Vocabolario” della Crusca e fu iscritto l’Arcadia. La ricerca scientifica trovava in lui con naturalezza un esito verbale: certi suoi accumuli di parole, certi elenchi, non sono accumuli barocchi ma prove.

Biografia

Erminia Ardissino ha conseguito il Master of Arts in Romance Languages alla University of Georgia in Athens e il Ph.D. alla Yale University di New Haven (USA). Ha poi ottenuto poi il Dottorato di Ricerca in Italianistica (Letteratura Umanistica) all’Università Cattolica di Milano. Attualmente è professore associato di Letteratura Italiana all’Università di Torino.
Ha tenuto corsi di Lingua e Letteratura Italiana presso università straniere, in particolare statunitensi, sudamericane, francesi e tunisine, e al master dell’Università per Stranieri di Perugia. Ha preso parte al progetto di ricerca su “Epica sacra italiana dal Cinquecento al Seicento: anagrafe, tradizione, modelli” nel triennio 2002-2004.
E’ stata membro di commissione di concorso per ricercatore presso l’Università di Bologna nel 2004, l’Università di Parma nel 2007, di commissione di conferma presso la University of Vermont nel 2011, il Bodwoin College della University of Toronto (2015) e la University of Massachusetts Amherst (2016).
Ha pubblicato saggi su Dante, Petrarca, l’Umanesimo, Tasso, l’età barocca, Manzoni, Primo Levi, e curato numerose voci per il Grande Dizionario della Lingua Italiana; collabora con le principali riviste di letteratura e filologia italiane e straniere ed è co-redattrice della rivista “Testo”. Al suo attivo ha due volumi su Torquato Tasso: «L’aspra tragedia. Poesia e sacro in Torquato Tasso» (Olschki, 1996) e «Tasso, Plotino, Ficino. In margine a un postillato» (Edizioni di Storia e Letteratura, 2003); un volume sulla predicazione barocca: «Il Barocco e il sacro. La predicazione del teatino Paolo Aresi tra letteratura, immagini e scienza» (Libreria Editrice Vaticana, 2001), uno sulla letteratura italiana del Seicento (Il Seicento, Il Mulino, 2005, aggiornato e riedito in Storia della Letteratura Italiana, dir. A. Battistini, Bologna, Il Mulino, 2014) e uno su Galileo: «Galileo. La scrittura dell’esperienza. Studio sulle lettere» (ETS, 2010).
Ha curato l’edizione critica dell’«Ovidio Metamorphoseos Vulgare» di Giovanni di Bonsignori da Città di Castello e dell’«Operetta» di Angelo Galli, uscite nella collana della Commissione per i Testi di Lingua (Bologna, 2001 e 2006), delle «Dicerie sacre» di Giovan Battista Marino (Edizione Nazionale, 2014), e dei poemetti in terzine di Lucrezia Tornabuoni (Poemetti biblici, Agorà, 2015). Ha preparato inoltre l’edizione di «Poemi biblici del Seicento» (Edizioni dell’Orso, 2005), del «Trattato delle acutezze» di Matteo Peregrini (Torino, RES, 1997) e di una silloge di lettere di Galileo con commento (G. Galilei, Lettere, Roma, Carocci, 2008).
Per gli studi danteschi ha organizzato i seminari «Dialoghi con Dante. Riscritture e ricodificazioni della Commedia» (2004) ed «Etica e teologia nella Commedia» (2006), i cui atti sono stati pubblicati dalle Edizioni di Storia e Letteratura nel 2007 e 2009. Testimoni della sua ricerca dantesca sono inoltre i volumi «Tempo storico e tempo liturgico nella “Commedia” di Dante» (Libreria Editrice Vaticana, 2009) e «L’umana “Commedia” di Dante» (Ravenna, Longo, 2016). In collaborazione con Sabrina Stroppa ha infine preparato due volumi per la didattica dell’Italiano L2: «Leggere testi letterari» (Bruno Mondadori-Paravia, 2001) e «La letteratura nei corsi di lingua. Dalla lettura alla creatività» (Guerra, 2009).
Nel corso dei suoi studi ha beneficiato di numerose e prestigiose borse di studio, fra cui:
- Fellowship Grant by Yale University for the Ph.D. Program;
- Peter Kraus Fellowship at Beinecke Rare Book and Manuscript Library;
- Borsa di studio post-dottorato in Scienze del Linguaggio dell’Università di Torino;
- Centro Studi sul Classicismo;
- Newberry Library Weiss-Brown Subvention Award;
- Centro di Studi sulla Civiltà del Tardo Medioevo;
- Hergoz August Bibliothek, Wolfenbüttel;
- Renaissance Society of America Fellowship;
- Italian Academy for Advanced Studies at Columbia University (NY);
- Centro Studi “Vittore Branca”, Venezia;
- Fulbright Distinguished Lecturer, University of Chicago;
- Fellowship Le Studium – Institut for Advanced Studies Orléans (FR).
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