EN
Ricerca libera
Cerca nelle pubblicazioni scientifiche
per professionisti
Vai alla ricerca scientifica
Cerca nelle pubblicazioni divulgative
per pazienti
Vai alla ricerca divulgativa

Atrofia vaginale da menopausa iatrogena: le possibili cure

  • Condividi su
  • Condividi su Facebook
  • Condividi su Whatsapp
  • Condividi su Twitter
  • Condividi su Linkedin
14/10/2011

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

“Ho 48 anni e da alcuni mesi sono in menopausa farmacologica per un carcinoma G1 al seno. Nel corso dell’ultima visita di controllo, il ginecologo ha riscontrato un’atrofia vaginale: non ha potuto inserito nemmeno lo speculum per il pap test, ma solo una spatolina molto sottile. Per il momento prendo degli ovuli a base di Triticum vulgare e un gel a base di glicerina e sorbitolo. Il quadro, secondo me, è ulteriormente complicato dal fatto che da oltre tre anni non ho rapporti intimi. Che cosa posso fare di più, o di più efficace? Non potrò mai più avere rapporti?”.
Stefania L.
Gentile signora Stefania, l’atrofia vaginale di cui lei soffre può essere stata provocata dalla caduta dei livelli di estrogeni conseguente allo menopausa. Questa condizione, come lei correttamente intuisce, può certamente peggiorare in assenza di rapporti.
Per recuperare l’elasticità vaginale le consiglio di eseguire degli esercizi di stretching vaginale, finalizzati a rilassare il muscolo che circonda la vagina. Dopo qualche seduta di apprendimento dalla fisioterapista, li potrà poi fare anche da sola a casa, utilizzando un gel medicato a base di palmitoil-etanolamide (PEA), una sostanza naturale indicata anche per le donne con tumore al seno. Questo principio attivo è disponibile anche in cannule da inserire in vagina due volte la settimana, alla sera, per esempio il lunedì e il giovedì.
Questa semplice terapia integrata, a base di stretching e cannule di PEA, dovrebbe restituirle in tempi relativamente brevi una discreta elasticità e un buon trofismo vaginale. Se invece non fosse sufficiente, potrebbe assumere del promestriene, un estrogeno sintetico ad azione locale, ma solo se il suo oncologo e il suo ginecologo – che conoscono bene il suo caso – non avessero nulla in contrario. Ne parli quindi con loro e segua in ogni caso il loro parere, senza cedere alla tentazione di autoterapie.
Le auguro di tornare presto a stare bene, e avere una vita intima serena e appagante.

Vuoi far parte della nostra community e non perderti gli aggiornamenti?

Iscriviti alla newsletter