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«Nella mia notte sii tu la mia luce». Preghiere nella malattia

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12/09/2012

Liberamente tratto da:
Un monaco della chiesa d’occidente, Preghiere nella malattia, Monastero di Bose, Magnano (BI) 2012

Guida alla lettura

Proponiamo due preghiere composte nel monastero di Bose e che bene esprimono – contro ogni deriva doloristica – l’essenza più autentica della fede cristiana nei confronti della sofferenza.
Nella prima preghiera parla la persona ammalata. Il dialogo con Dio è immediato e confidente, proprio come quello che Gesù aveva con il Padre. Nessuna ostentazione del dolore, nessuna “offerta” della sofferenza a Dio: ma la confessione umanissima della paura che opprime il cuore, e la richiesta di non perdere la fede, la speranza e soprattutto la capacità di amare e di accettare di essere amato. Tre istanze che articolano in modo concreto le “cose buone” (in Luca 11,13: “lo Spirito Santo”), che «il Padre darà a quelli che gliele domandano» (Matteo 7,11). Secondo il cristiano, di null’altro abbiamo davvero bisogno: chiedere la guarigione è sempre possibile, e non c’è nulla di male nel farlo; ma spesso non si guarisce, e allora il senso della nostra vita si gioca sull’amore che avremo saputo dare e ricevere anche nel momento del dolore.
Nella seconda preghiera parla colui che assiste l’ammalato. Anche in questo caso, nessun elogio della rassegnazione, nessuna esortazione a “patire per Cristo” o, peggio, per l’espiazione dei propri e altrui peccati. Ma quattro semplici richieste: saper amare, saper ascoltare, avere parole di speranza, esser capace di condividere la sofferenza. A ben vedere, sono domande valide non solo per i credenti, ma per chiunque assista una persona sofferente: e non a caso la prassi che sottendono è alla base delle moderne cure palliative, a fianco delle tecniche farmacologiche di controllo del dolore. Ancora una volta, dunque, scopriamo che al cuore di una spiritualità davvero matura stanno opzioni e atteggiamenti universalmente umani, che tutti possiamo condividere nella quotidiana lotta contro il male e la morte.
Preghiera di un malato

Signore, mio Dio, eccomi davanti a te:.
sono malato, Signore, e tu conosci la mia sofferenza
e la mia fatica, tu conosci anche la mia paura.
Tu che hai detto di essere venuto per i malati,
vieni a me, Signore Gesù,
e con la tua presenza ridesta la mia fede
perché non venga meno nella sofferenza,
sostieni la mia speranza perché io non sia confuso,
rendi saldo il mio cuore perché accetti di essere amato
e cerchi di continuare ad amare.
Signore, nella mia notte sii tu la mia luce,
non lasciarmi solo nella mia angoscia,
fa’ che io creda nel tuo amore e nell’amore degli altri.

Preghiera di chi assiste un malato

Signore Gesù,
colui che tu ami è malato
e io ti prego con lui e per lui.
Io sono qui accanto a chi soffre
e vorrei solo che il mio amore
rendesse meno dura la sua malattia e la sua angoscia.
Aiutami, Signore, ad ascoltare,
ispirami parole di sapienza e di speranza,
concedimi un cuore capace di condividere la sofferenza.
Signore, manda il tuo Spirito Santo:
egli porti consolazione a tutti noi,
illumini per noi il mistero della vita e della morte,
renda più salda la nostra comunione.

Biografia

La Comunità monastica di Bose è formata da uomini e donne provenienti da Chiese cristiane diverse, e vive la propria vocazione spirituale nel celibato e nella vita comune. Il fondatore e priore è Enzo Bianchi.
La Comunità nasce nel dicembre 1965, quando Bianchi inizia a vivere, solo, in una casa affittata presso le cascine di Bose, una frazione del comune di Magnano, in provincia di Biella. I primi confratelli giungono tre anni dopo: fra essi, una donna e un pastore protestante.
La comunità include le fraternità di Ostuni (Brindisi), Assisi e Gerusalemme, ed è oggi composta da una novantina di persone, uomini e donne: numerosi sono ogni anno i giovani e le giovani che bussano alle porte del monastero per iniziare il noviziato.
Tutti i membri della comunità si guadagnano da vivere con le proprie mani. Le principali attività sono la cura del frutteto e dell’orto, la produzione di manufatti artigianali in ceramica, la produzione di icone secondo i metodi tradizionali, la falegnameria, la pubblicazione di libri e cd (attraverso le Edizioni Qiqajon), la ricerca biblica e la predicazione.
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