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Protezione della fertilità: la crioconservazione del tessuto ovarico – Parte 2

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Protezione della fertilità: la crioconservazione del tessuto ovarico – Parte 2

17/02/2015

Prof. Chiara Benedetto
Direttore Prima Clinica Universitaria di Ginecologia e Ostetricia, Università di Torino

Intervista rilasciata in occasione del 16th World Congress of Gynecological Endocrinology, Firenze, 5-8 marzo 2014
Nella prima parte dell’intervista abbiamo spiegato che cos’è la crioconservazione del tessuto ovarico, quali obiettivi si propone e quando può essere praticata: in sostanza, abbiamo visto come sia una tecnica che permetta alle donne di avere un figlio dopo una malattia, e la conseguente terapia, che potrebbero compromettere la fertilità. Oggi concludiamo la nostra indagine analizzando le fasi successive al prelievo e al congelamento del tessuto, e i primi concreti risultati raggiunti dall’Università di Torino.
Che cosa si fa quando la donna desidera un figlio? In che modo il frammento ovarico viene reimpiantato?
Nella seconda e ultima parte di questo video, la professoressa Benedetto illustra:
- che cos’è il test di scongelamento e i suoi obiettivi;
- le tre tecniche chirurgiche oggi disponibili per il reimpianto del tessuto ovarico: laparotomia, laparoscopia con mini-laparotomia, laparoscopia (la più usata);
- come il reimpianto in laparoscopia possa essere effettuato in una o due fasi;
- come l’intervento in due fasi faciliti la neovascolarizzazione della zona di innesto e aumenti quindi le possibilità di sopravvivenza del tessuto reimpiantato;
- quale filo chirurgico è opportuno usare per il reimpianto, e perché;
- come presso il centro di Torino sia recentemente nata la prima bambina concepita spontaneamente in Italia dopo un reimpianto di tessuto ovarico;
- come questa tecnica innovativa ridoni dunque una nuova speranza di maternità alle donne che, in seguito a pesanti e complesse terapie, vedrebbero completamente compromessa la propria fertilità.

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