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Ureaplasma e dolore pelvico cronico: opzioni terapeutiche

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13/04/2012

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, H. San Raffaele Resnati, Milano
Dott.ssa Dania Gambini
Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, H. San Raffaele, Milano

“Ho 28 anni e diversi anni fa mi è stata diagnosticata un'infezione cervicale da Ureaplasma urealyticum. Nonostante sia stata trattata con antibiotici a cui il germe è risultato sensibile dall'antibiogramma, questa infezione mi ha provocato anche un'uretrite e un'annessite che mi è stata diagnosticata solo ora, tramite fertiloscopia, mentre nel corso degli anni mi avevano detto che i miei dolori al basso ventre erano provocati da una colite. Mi hanno detto che, nonostante gli antibiotici, questa infezione non se ne andrà dalle tube. Io sono disperata, non so più a chi rivolgermi. So che ci sono nuovi antibiotici attivi contro questo tipo di patogeno, come la telitromicina e la tigeciclina. Potrebbero essere utili nel mio caso? Devo arrendermi a convivere con questo dolore e questa malattia? Ringrazio anticipatamente per la cortese attenzione”.
Silvia M.
Cara Silvia, l’infezione da Ureaplasma urealyticum può portare a diverse conseguenze a carico degli organi uro-genitali interni: cervicite, annessite, salpingite, pelvi-peritonite, uretrite e cistite. La fertiloscopia da lei eseguita le avrà confermato la pervietà o la chiusura delle sue tube, un’informazione importante per una futura ricerca di gravidanza.
Se non li avesse già eseguiti, le consigliamo di effettuare tamponi vaginali e endocervicali completi, per escludere eventuali co-infezioni e instaurare di conseguenza la terapia corretta.
Per quanto riguarda i farmaci da lei menzionati, la telitromicina e la tigeciclina rappresentano una nuova classe di antibiotici, i ketolidi, dotati di un meccanismo di azione simile ai macrolidi (claritromocina, eritromicina), ma con una maggior potenza. Attualmente sono indicati per il trattamento delle infezioni delle alte e basse vie respiratorie, ma a causa di un’importante tossicità a livello epatico è raccomandato un attento monitoraggio nel corso del loro utilizzo. La loro tossicità ne ha di fatto ridotto l’impiego al trattamento di infezioni respiratorie sostenute da Pneumococco resistente ai macrolidi e alle penicilline. Per queste ragioni è importante essere molto cauti nel loro uso.
Per ridurre la sua sintomatologia dolorosa è necessaria un’accurata diagnosi differenziale per escludere altre cause di dolore addomino-pelvico. Eventualmente, potrebbe essere utile l’esecuzione di una laparoscopia operativa con eliminazione delle aderenze venutesi a creare a seguito del processo infettivo. Anche la normalizzazione del quadro intestinale è essenziale, per eliminare un’importante causa di dolore, di infiammazione e comorbilità.
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