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Infezione da ureaplasma in gravidanza: rischi e terapia

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29/04/2011

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano
Dott.ssa Dania Gambini
Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, H. San Raffaele, Milano

Da tre anni soffro di prurito ai genitali esterni, passando da un’infezione all’altra, soprattutto da Candida. Ho fatto mille tamponi e assunto tantissime medicine e creme, che però non hanno risolto il problema. Ciò che mi preoccupa è che ultimamente mi è stata trovata l’ureaplasma, e io sono in gravidanza: aspetto due gemelli e sono alla sedicesima settimana. Ho appena finito una cura con un antibiotico a base di claritromicina, ma anche quella non ha sortito alcun effetto. Continuo ad avere prurito, infiammazione e molte secrezioni vaginali di colore verdognolo e maleodoranti. Ho letto su Internet che l’ureaplasma può provocare aborti tardivi e parti prematuri, e sinceramente con due gemellini identici in grembo ho molta paura. Che cosa posso fare?
Francesca R.
L’Ureaplasma Urealyticum è un batterio che generalmente colonizza le vie respiratorie e genitali. E’ stato stimato che la sua presenza a livello vaginale in gravidanza vari dal 40% all’80%; nel caso in cui l’infezione risalga alle alte vie genitali può effettivamente portare allo sviluppo di alcune complicanze (aborti ricorrenti, corioamniosite, parto pretermine, endometrite nel post-partum). Inoltre, la gravidanza gemellare è di per sé fattore di rischio per parto prematuro, con una durata media di 35 settimane.
Nel suo caso è quindi fondamentale instaurare una corretta gestione dell’infezione. In genere si ricorre a una terapia basata essenzialmente su eritromicina e/o metronidazolo. Inoltre, considerando che l’80% delle pazienti positive per il germe presenta una concomitante infezione da altri patogeni genitali, è bene eseguire tamponi vaginali ed endocervicali completi. Una volta risolta l’infezione, in accordo con il suo ginecologo, potrà intraprendere una terapia con vitamina C applicata a livello vaginale per prevenire lo sviluppo di ulteriori infezioni.
Parole chiave di questo articolo
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