Un anno e mezzo di tentativi, e il figlio non arriva: che fare?
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28/06/2012
Prof.ssa Alessandra Graziottin Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, H. San Raffaele Resnati, Milano Dott.ssa Dania Gambini Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, H. San Raffaele, Milano
«Ho 20 anni e mi rivolgo a voi per un motivo molto serio. Io e il mio ragazzo da anno e mezzo proviamo ad avere un bambino, ma purtroppo non sembra esserci più speranza per noi… Dopo otto mesi di tentativi mi sono rivolta un consultorio, ma mi hanno solo detto che, non essendo ancora passato un anno, non dovevo preoccuparmi di niente. Ho un ciclo più o meno regolare, di 29-31 giorni, con mestruazioni molto abbondanti e lunghe (6-7 giorni); cinque giorni prima dell’arrivo del ciclo, ho sempre delle perdite gialle e bianche, dense, acquose. Secondo voi, che cosa posso avere e cosa potrei fare? E’ un problema fra me e il mio fidanzato?». Rita S.
Cara Rita, con il termine di sterilità primaria si indica la mancanza del concepimento dopo un anno e mezzo di rapporti liberi o dopo un anno di rapporti mirati. A quel punto risulta generalmente indicata l’esecuzione di esami di primo livello per la coppia: è quindi necessario, essendo ormai trascorso tale tempo, che lei esegua i dosaggi ormonali comprensivi della funzionalità tiroidea, un’ecografia ginecologica transvaginale e i tamponi vaginali completi, associati alla valutazione dello sperma del suo partner (spermiogramma e spermiocoltura). Si rivolga al suo ginecologo di fiducia che saprà consigliarla al meglio sulla linea terapeutica da seguire (eventuali esami di secondo livello e metodiche di fecondazione assistita). Ma stia tranquilla: la sua giovane età è sicuramente un punto a suo favore. In parallelo, però, mantenete entrambi stili di vita sani, con un’alimentazione equilibrata, movimento fisico regolare e soprattutto niente sigarette: il fumo, infatti, riduce drasticamente la fertilità. In bocca al lupo!
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ATTENZIONE: Ogni terapia va individualizzata e monitorata in ciascuna paziente dal medico specialista esperto nel campo. Queste schede informative non possono in alcun modo sostituirsi al rapporto medico-paziente, né essere utilizzate senza esplicito parere medico
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