La sclerosi multipla è una malattia infiammatoria cronica che colpisce il sistema nervoso centrale e può causare varie forme di dolore neuropatico, tra cui:
- una sofferenza continua alle estremità;
- il segno di Lhermitte (descritto per la prima volta dal neurologo francese François Lhermitte, è una sensazione breve e lancinante, simile a una scossa elettrica, provocata dalla flessione del collo in avanti, e che viaggia dalla regione posteriore del cranio lungo la colonna vertebrale, coinvolgendo spesso le braccia e le gambe);
- la nevralgia del trigemino.
Il dolore neuropatico è direttamente collegato al danno subìto dalla mielina ed è molto difficile da gestire, in quanto le opzioni disponibili hanno un'efficacia limitata e possono causare significativi effetti collaterali.
Lo studio è stato condotto su sperimentazioni cliniche, studi osservazionali, meta-analisi, revisioni sistematiche e revisioni narrative indicizzate su PubMed e Google Scholar.
Le evidenze più solide riguardano:
- opzioni farmacologiche: cannabinoidi, miorilassanti (tizanidina, baclofene, dantrolene), anticonvulsivanti (benzodiazepine, gabapentin, fenitoina, carbamazepina, lamotrigina), antidepressivi (duloxetina, venlafaxina, antidepressivi triciclici), oppioidi (naltrexone), varianti della tossina botulinica;
- neurochirurgia: per la cura della nevralgia del trigemino;
- metodi non invasivi: terapie fisiche, fisioterapia, psicoterapia (terapia cognitivo-comportamentale, terapia di accettazione e impegno, mindfulness).
La scelta del trattamento dipende innanzitutto dalla gravità e dal tipo di dolore, e in secondo luogo da altri fattori, come le preferenze del/della paziente e le comorbilità. In ogni caso, l’efficacia dei diversi interventi è limitata ed è quindi urgente sviluppare strategie antalgiche più mirate ed efficaci.