Osteoporosi: il rischio aumenta se si consumano alimenti pro-infiammatori

Verificare la correlazione tra indice infiammatorio alimentare e prevalenza dell'osteoporosi nella popolazione statunitense: è questo l’obiettivo dello studio di Zhiwen Liu e collaboratori, dell’Università di Medicina cinese a Guangzhou (Cina).

L'indice infiammatorio alimentare (Dietary Inflammatory Index, DII) è un parametro che valuta il potenziale effetto pro-infiammatorio o anti-infiammatorio di una dieta. Lo studio è stato condotto sui dati di 7.290 partecipanti al National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) 2003-2010.

Questi, in sintesi, i risultati:

• le persone con osteoporosi presentavano punteggi di DII più elevati rispetto a quelle sane (1.61 vs. 1.18, p < 0.001);
• le persone collocate nel quartile più alto di DII presentavano un rischio di osteoporosi maggiore dell’88% rispetto alle altre (OR: 1.88, CI 95%: 1.41-2.52, P per trend < 0.001);
• ulteriori elaborazioni statistiche hanno confermato una relazione lineare fra DII e rischio di osteoporosi, anche a livello di sottogruppi.

Un DII più elevato è dunque fortemente correlato a un aumento del rischio di osteoporosi: un dato che sottolinea l’importanza di ridurre l’infiammazione alimentare per contribuire a prevenirla. Sono per esempio alimenti pro-infiammatori:

• i cibi trasformati (snack confezionati, primi piatti e pietanze pronte);
• gli zuccheri raffinati (dolciumi, bevande zuccherate);
• la carne rossa e in generale le carni lavorate, come gli insaccati;
• i grassi saturi (burro, margarina, fritti).

Al contrario, sono alimenti anti-infiammatori:

• la frutta e la verdura, in particolare quella a foglia verde;
• il pesce azzurro (salmone, sgombro, sardine);
• le noci e i semi;
• l’olio extravergine d’oliva;
• alcune spezie, come la curcuma e lo zenzero.