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Oltre il pregiudizio

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04/12/2009

Le vostre lettere alla nostra redazione

Ho 46 anni, sono sposata, ho due figli e un lavoro... Una donna normale, insomma, che però fino a circa due anni fa non si sentiva tale perché totalmente incapace di provare piacere nell’intimità. E anche se si trattava “solo” dell’orgasmo, mi pareva che mi mancasse un aspetto troppo importante per sentirmi completa e felice.
Nel corso degli anni avevo consultato, con imbarazzo crescente, psicologi e ogni sorta di “specialista”, ma senza alcun riscontro. Anzi, il mio disagio cresceva anche a causa di certe soluzioni a dir poco sconcertanti che mi venivano proposte: aiutarmi con video stimolanti, indossare biancheria intima più appropriata, aumentare di peso con una dieta mirata, perché ero troppo magra per piacere e provare piacere... Esempi davvero umilianti di un pregiudizio duro a morire nei confronti della sessualità femminile!
Poi, due anni fa, finalmente l’incontro giusto, con una dottoressa di cui – a dire il vero – tutti mi avevano parlato bene: una donna dolce, ma al tempo stesso pratica e assolutamente competente, che mi mise subito a mio agio e mi rassicurò con queste parole semplici e dirette: «Si tratta di carenza di testosterone: un ormone non esclusivamente maschile di cui anche noi donne abbiamo bisogno, non solo per la funzione sessuale ma anche per la salute complessiva e la voglia di vivere». E mi prescrisse una terapia per ristabilirne il giusto livello.
Quando uscii dal suo studio avevo il cuore in gola e la sensazione che questa volta avevo finalmente trovato la soluzione al mio problema.
Gradualmente mi sono liberata degli antidepressivi ai quali ero ricorsa da in po’ di tempo (sotto controllo medico), perché vedevo il mondo e la mia vita in bianco e nero, senza più colori né gioia. Sino a quando, dopo alcuni mesi di terapia ormonale, ho raggiunto il tanto desiderato orgasmo.
La mia vita è sempre la stessa – mio marito, i miei figli, il lavoro sono sempre stati fra le poche certezze di quei lunghi anni di sofferenza – ma io ora sono diversa: ho più voglia di fare, di prendermi cura di me stessa, sono più allegra e spensierata, sto bene con me stessa... Insomma, sono davvero un’altra donna e anche nelle relazioni sociali quotidiane quella “nebbia” che mi circondava e mi rendeva invisibile a me stessa e agli altri ora si è dissolta... al punto che c’è anche chi ogni tanto mi guarda con ammirazione, il che a una donna fa sempre piacere.
Un abbraccio a tutte le donne che sono o si sono trovate nella mia situazione, e uno del tutto speciale alla dottoressa straordinaria che mi ha guarita!
Roberta D.
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