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Mielofibrosi primaria: le possibili terapie per i sintomi menopausali

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28/06/2019

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

“Scrivo con tanta fiducia e speranza nel cuore... Spero in un suo aiuto, perché qui intorno a me sembra che nessuno voglia darmi una mano. Mi chiamo Tiziana, ho 52 anni. Circa tre anni fa mi è stata diagnosticata, dopo un prelievo midollare, la mielofibrosi primaria. Un anno prima, dopo un grande dolore personale, ero andata improvvisamente in menopausa. Sono sempre stata una donna molto forte, positiva, sportiva. Ora vivo in un tunnel buio. Per la mielofibrosi sono in cura a Varese. Prendo la cardioaspirina, faccio controlli ematici mensili e monitoro la splenomegalia. Ma è la menopausa che mi ha atterrata definitivamente. Libido azzerata, gonfiore addominale (sono sempre stata magrissima) e vampate di calore che non mi danno tregua: ne esco sfiancata e senza forze, con ripercussioni anche nel lavoro. Ho speso centinaia di euro in visite ginecologiche, e ogni santa volta mi dicono che non posso fare niente e che devo accettare la mia nuova fase della vita. Ma io l’accetto, non voglio fare la ventenne; ma vorrei almeno trovare una mano a cui dare la mia per scalare questa montagna, perché intorno a me vedo solo deserto. La montagna la scalo io, come ho scalato quelle precedenti, ma c'è nebbia e non vedo la strada. Grazie”.
Gentile signora, mi dispiace che non abbia ancora trovato risposte cliniche adeguate. Lei ha una menopausa molto sintomatica, considerata in tutto il mondo scientifico come una precisa indicazione alla terapia ormonale sostitutiva. Tuttavia, poiché la patologia di cui soffre, la mielofibrosi primaria, può avere complicanze di tipo trombotico, è necessario approfondire prima l’entità di questo rischio, sia con il suo oncologo, sia con una brava ematologa, come la dottoressa Lidia Rota di Milano.
Se non emergono controindicazioni, per le donne in menopausa con molti disturbi invalidanti come lei, è appropriata una terapia con:
- estradiolo bioidentico transdermico (gel o cerotto);
- progesterone naturale (dato che ha l’utero), per bocca o in vagina;
- testosterone vegetale (per mantenere in salute vagina, vescica e tessuti genitali);
- deidroepiandrosterone (DHEA), che è il “genitore” di tutti gli ormoni sessuali e che dà un grande aiuto, in particolare a cervello, ossa e muscoli.
Io li chiamo i “quattro cavalieri” della salute della donna! In un mese i sintomi menopausali si attenuano molto e, dopo tre mesi, un sonno adeguato, la memoria, l’energia vitale e una sensazione incoraggiante di ritrovata salute gratificano tutte le donne.
Nel frattempo consideri altri preziosi integratori, parlandone con il suo medico di famiglia:
- vitamina D (50.000 UI in flaconcino da assumere per bocca, con un pezzetto di grana o di pane);
- vitamina K2 (100 mcg al giorno), che collabora con la D;
- calcio (circa 800-1000 mg al giorno);
- magnesio (1000-1500 mg al giorno);
- acido ialuronico in vagina (ovuli o gel).
Sul fronte fitoterapico, per le vampate sono d’aiuto l’estratto di polline e pistillo (1 cps al mattino ) e l’equolo (1 cps alla sera), ma l’effetto è apprezzabile dopo circa un mese di cura.
Molti auguri di cuore.
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