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Lichen sclero-atrofico vulvare: tutte le soluzioni terapeutiche

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26/06/2020

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, H. San Raffaele Resnati, Milano
Dott.ssa Dania Gambini
Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, H. San Raffaele, Milano

“Ho 47 anni, e da circa 15 soffro di lichen sclero-atrofico vulvare. Dopo una prima fase acuta e mal diagnosticata, ho per circa un anno utilizzato un unguento a base di tacrolimus, che mi ha dato sollievo da sintomi quali prurito o dolore. Quello che noto, purtroppo, è una riduzione drastica delle piccole labbra e un assottigliamento della pelle intorno al clitoride, con la formazione di aderenze. Attualmente la terapia che sto seguendo prevede uso di una pomata cortisonica e di una crema idratante. L’utilizzo topico di testosterone potrebbe aiutare a rinforzare il tessuto rimasto? Grazie e un caro saluto”.
Laura
Gentile Laura, il lichen sclero-atrofico è una patologia cronica immuno-mediata caratterizzata da fasi acute (con prurito vulvare intenso, prevalentemente notturno) e fasi di silenzio sintomatologico. Se non viene adeguatamente trattata, può portare alla progressiva riduzione/scomparsa delle piccole labbra e del clitoride, come lei stessa ha notato. Nei casi più severi, può causare anche un restringimento dell’orifizio vaginale, rendendo i rapporti sessuali dolorosi o impossibili.
La terapia è topica, ossia locale. Prevede l’applicazione di pomate a base di cortisone, per la fase acuta. Il loro ruolo principale è di ridurre l’infiammazione associata all’aggressione dei tessuti da parte del sistema immunitario, che erroneamente attacca il proprio stesso corpo (“malattia autoimmune”). Utili anche le pomate a base di vitamina E, per l’utilizzo quotidiano, per la loro azione nutritiva e protettiva sulla cute vulvare. In aggiunta, al fine di recuperare il normale trofismo e rinforzare il tessuto vulvare, è indicato ricorrere a pomate a base di testosterone vegetale, in assenza di controindicazioni alla terapia ormonale. Il testosterone mantiene l’azione antinfiammatoria del cortisone, ma ha due pregi in più. Da un lato, è uno straordinario “architetto” ricostruttore: stimola infatti le diverse linee cellulari (fibroblasti, cellule endoteliali, cellule nervose e cosi via) a ricostruire il tessuto in tutte le sue componenti. Dall’altro, ha un’azione elettiva sui corpi cavernosi, ossia sulle strutture vascolari specializzate la cui funzione è essenziale nell’eccitazione sessuale e nel piacere. I corpi cavernosi vengono attaccati e distrutti dal lichen (che non interessa solo la cute, ma tutte le componenti tessutali vulvari), e questo spiega anche l’impoverimento progressivo dell’eccitazione genitale e dell’orgasmo, fino alla perdita di ogni piacere, anche per la concomitate atrofia. In positivo, come lei giustamente intuisce, una terapia ben strutturata può essere di grande aiuto anche per i delicati tessuti della vulva. Un cordiale saluto.
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