Lo strumento in questione è stato denominato “Endometriosis Fertility Index” (EFI) ed è stato sviluppato in due fasi:
- analizzando statisticamente i dati prospettici di fertilità relativi a 579 pazienti;
- verificando l’efficacia dell’indice su 222 ulteriori pazienti, per un totale dunque di 801 donne coinvolte.
La variabile clinica più importante impiegata per il calcolo dell’EFI è il “punteggio funzionale minimo”, che descrive la disfunzionalità post operatoria (valutata in 4 gradi: leggera, moderata, grave, totale) di tube, fimbrie e ovaie.
Il calcolo dell’EFI, oltre a questo punteggio funzionale, prende in considerazione anche:
- la presenza e la gravità di lesioni da endometriosi;
- l’età della donna: ≤ 35, 36-39, ≥ 40;
- gli anni già trascorsi senza riuscire ad avere figli: ≤ 3, ≥ 3;
- l’avere avuto gravidanze prima dell’operazione.
I valori dell’EFI vanno da 0 (prognosi peggiore) a 10 (prognosi migliore).
I test di efficacia, concludono gli Autori, hanno dimostrato che l’EFI, nella sua semplicità, consente di predire con adeguati margini di sicurezza la probabilità di una gravidanza dopo trattamento chirurgico per endometriosi. Esso ha quindi il merito di corroborare i progetti delle donne che desiderano un concepimento senza ricorrere alla fertilizzazione in vitro e di evitare perdite di tempo in questa direzione a quelle che totalizzano un punteggio troppo basso.
Ritorneremo su questo argomento la prossima settimana, analizzando il lavoro con cui il Leuven University Fertility Center (Belgio) ha verificato in modo indipendente la validità prognostica dell’EFI (Tomassetti C, Geysenbergh B, Meuleman C, Timmerman D, Fieuws S, D'Hooghe T. External validation of the endometriosis fertility index (EFI) staging system for predicting non-ART pregnancy after endometriosis surgery, Hum Reprod. 2013 Mar 5. [Epub ahead of print]).