La ricerca bibliografica è stata condotta PubMed, Scopus, Web of Science ed Embase, e comprendeva studi di coorte e caso-controllo pubblicati dal gennaio 2000 all’aprile 2023. La revisione è stata condotta seguendo le linee guida PRISMA 2020.
Questi, in sintesi, i risultati:
- 6 studi, caratterizzati da una moderata eterogeneità, hanno soddisfatto i criteri di inclusione nella meta-analisi;
- rispetto ai controlli, le donne con endometriosi avevano un rischio relativo maggiore del 23% di sviluppare una patologia cardiovascolare (RR = 1,23; CI 95%: 1,16-1,31), e un rischio relativo di ipertensione maggiore del 13% (RR = 1,13; CI 95%: 1,10-1,16).
Questo legame potrebbe essere dovuto all’infiammazione cronica, allo stress ossidativo e agli alti livelli di estrogeni che caratterizzano la malattia e che alterano la funzione endoteliale, favorendo la formazione di placche aterosclerotiche. Ma alla relazione fra endometriosi e rischio cardiovascolare potrebbero contribuire anche fattori legati a caratteristiche genetiche e stili di vita (alimentazione, sedentarietà, fumo).
Interventi preventivi e terapie personalizzate, volte a ridurre infiammazione, stress ossidativo e squilibri ormonali, oltre a promuovere uno stile di vita sano, potrebbero fare la differenza per migliorare la qualità della vita di queste pazienti.
Infine, fattori che nell’endometriosi possono potenziare il rischio cardiovascolare includono:
- lo stress biologico cronico, causato dall’endometriosi stessa, dalla persistente infiammazione, dal dolore ingravescente, dall’avere una vita devastata dal dolore, con limitazioni nello studio, nel lavoro, nella fertilità e nella sessualità;
- le alterazioni del ritmo del sonno, così presenti nelle donne affette da endometriosi;
- la carenza di vitamina D e di melatonina, per la carenza di vita all’aperto e alla luce naturale, poiché le pazienti vivono sempre più chiuse in casa, imprigionate dal dolore, dalla depressione, dalla perdita di fiducia nel futuro.





