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Celiachia: variabilità del profilo clinico. Un recente studio italiano

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05/03/2015

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Volta U, Caio G, Stanghellini V, De Giorgio R.
The changing clinical profile of celiac disease: a 15-year experience (1998-2012) in an Italian referral center
BMC Gastroenterol. 2014 Nov 18; 14:194. doi: 10.1186/s12876-014-0194-x
Definire le caratteristiche cliniche, sierologiche e istopatologiche della celiachia in un’ampia coorte di pazienti all’interno di un singolo centro di riferimento: è l’obiettivo della ricerca coordinata da Umberto Volta e Vincenzo Stanghellini, del dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna.
La celiachia è un disturbo multiforme caratterizzato da elementi estremamente variabili. Lo studio è stato condotto su 770 pazienti (599 donne, età media 36 anni, range di età 18-78 anni) cui la celiachia è stata diagnosticata fra il gennaio 1998 e il dicembre 2012 presso l’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. I fenotipi clinici sono stati classificati in:
- classico (sindrome da malassorbimento);
- non classico (sintomi extra-intestinali, o gastrointestinali diversi dalla diarrea);
- subclinico.
Per ciascuna paziente sono stati valutati il profilo sierologico, l’istologia duodenale, le comorbilità, la risposta a un’alimentazione priva di glutine e le complicanze.
Questi i risultati:
- l’esordio del disturbo è stato sintomatico in 610 pazienti (79%), mentre 160 hanno manifestato il fenotipo sub-clinico;
- nel gruppo sintomatico, il fenotipo non classico prevale su quello classico (66% vs 34%);
- la diarrea è presente nel 27% delle pazienti;
- altre manifestazioni gastrointestinali sono il gonfiore (20%), la stomatite aftosa (18%), l’alvo alterno (15%), la stipsi (13%) il riflusso gastroesofageo (12%);
- le manifestazioni extra-intestinali includono l’osteopenia/osteoporosi (52%), l’anemia (34%), l’ipertransaminasemia criptogenica (29%) e l’aborto spontaneo ripetuto (12%);
- la positività per gli anticorpi di classe IgA, anti-transglutaminasi tissutali, è stata accertata nel 97% dei casi;
- l’atrofia dei villi intestinali è stata riscontrata nell’87% dei casi;
- il 13% ha mostrato lesioni di grado minore, consistenti con la diagnosi di celiachia;
- una percentuale di pazienti presenta disturbi autoimmuni, come la tiroidite autoimmune (26.3%), la dermatite erpetiforme (4%) e il diabete mellito di tipo 1 (3%);
- le forme di celiachia complicata sono molto rare;
- nel corso degli anni, i casi non classici e sub-clinici sono aumentati rispetto ai casi classici.
Questo studio offre alcuni dati molto interessanti, fra cui la presenza di numerose e variate manifestazioni intestinali ed extra-intestinali correlate alla celiachia. Almeno in alcuni di questi casi, il substrato fisiopatologico comune sembra essere lo stato di infiammazione cronica che caratterizza l’intestino di queste pazienti e che condiziona malassorbimenti complessi. Ad esempio:
- di vitamina D, calcio, magnesio e altri oligoelementi essenziali, che contribuiscono poi all’osteopenia e all’osteoporosi;
- di ferro e vitamine del gruppo B, con conseguente anemia.
Per quanto riguarda le manifestazioni extra intestinali, quali l’aborto ripetuto, è possibile che anche in questo caso il comune denominatore sia l’elevato livello di citochine infiammatorie: più l’organismo è infiammato, anche a livello genitale, minori sono le probabilità che una gravidanza possa procedere bene.
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