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Cancro e dolore: quello che un medico non dovrebbe mai dire

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01/04/2016

Le vostre lettere alla nostra redazione

Scrivo per raccontare ciò che mi è accaduto, nella speranza che nessuna altra donna debba mai patire quello che ho patito io.
Dopo aver vissuto una dolorosa storia di tumore al seno all’età di 40 anni, con tutto quello che comporta a livello fisico e soprattutto psichico, mi sono trovata a dover affrontare un dolore del tutto nuovo, intimo, dovuto a infezioni vaginali ricorrenti, curate solo con antibiotici prescritti dalla mia ginecologa, che mi seguiva da anni e conosceva bene la mia storia clinica.
Dopo l’ennesima notte tragica (solo per vergogna non ero andata al pronto soccorso: mi avrebbero derisa), sono tornata, in lacrime, da questa ginecologa, con un dolore così forte da non riuscire nemmeno a spiegarlo. Bene, questo presunto medico, donna per di più, nel vedermi così ridotta, non sapendo cosa fare, ha pensato bene di darmi un suggerimento del tutto gratuito: «Le consiglio di comprare una bambola gonfiabile per suo marito e, per lei, litri di olio d’oliva da applicare localmente».
Non capivo, tra le lacrime, se davvero mi avesse detto quelle parole, se avessi frainteso… Ebbi il coraggio di alzare gli occhi e vidi che ridacchiava... Non credo di dover aggiungere altro. Posso solo dire che un medico, anche se non può più aiutare, non dovrebbe permettersi di trattare una persona in questo modo.
Nonostante ciò, con questa testimonianza voglio dire a tutte le donne che, come me, stanno vivendo l’inferno, un inferno che mette in crisi la vita di coppia e personale, di continuare a sperare: perché ho ricevuto più conforto e professionalità da questa pagina, riservata davvero alle donne, che da un medico che non sa cosa sia l’etica professionale.
Voglio ringraziarvi. Almeno voi, non abbandonateci.
Grazie infinite.
M.P.R.

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