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Bruciore vulvare: le possibili cause

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01/05/2020

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, H. San Raffaele Resnati, Milano
Dott.ssa Dania Gambini
Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, H. San Raffaele, Milano

“Da quasi un anno soffro di un forte bruciore vulvare che non reagisce a nessuna cura, nemmeno ormonale: tutto sembra anzi aggravarlo, perfino il contatto con la biancheria intima. La ginecologa mi ha diagnosticato un’atrofia vulvare e consigliato la laser terapia. Vorrei una vostra opinione… Grazie”.
Gentile signora, prima di decidere una terapia bisogna essere certi che la diagnosi sia corretta. Possiamo darle solo un parere orientativo perché ci manca la diagnosi clinica, con visita accuratissima. Nei casi come il suo è assolutamente indispensabile una corretta diagnosi differenziale delle diverse condizioni che possono causare i sintomi che lei riferisce.
Il bruciore vulvare che lei avverte sui genitali esterni e nel vestibolo vaginale (parte della vagina posta sul lato esterno dell’imene) è il sintomo principe della vulvodinia, non dell’atrofia, anche se entrambe possono coesistere nella stessa donna. In genere è dovuto a un’alterazione della risposta immunoallergica agli antigeni della Candida, anche se i tamponi vaginali sono negativi.
L’atrofia vulvare (che non dà bruciore, bensì secchezza vulvare come primo sintomo) è dovuta alla carenza di ormoni ovarici dopo la menopausa, se non si fa una terapia ormonale, almeno locale. La terapia estrogenica ormonale locale migliora l’atrofia, ma peggiora il bruciore, perché può riattivare una Candida subclinica vulvovaginale.
Se la diagnosi di dolore vulvare/vulvodinia fosse confermata, bisognerebbe curare prima questa patologia, e poi l’atrofia vulvo vaginale da menopausa.
E’ importante che venga effettuata la diagnosi corretta perché il laser, soprattutto in mani poco esperte, può nettamente peggiorare bruciore e dolore. Un rischio da evitare!
Mille auguri di cuore.

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