L’artrite è caratterizzata da un’infiammazione cronica delle articolazioni e si manifesta con dolore, gonfiore e rigidità funzionale. Tende a peggiorare in condizioni di riposo.
La review è stata condotta su MedLine, Cinahl, Embase e Scopus, con un metodo messo a punto dal Joanna Briggs Institute. A partire dai 5876 articoli inizialmente identificati, di cui 154 potenzialmente rilevanti, sono stati selezionati 12 lavori che soddisfacevano pienamente i criteri di inclusione, di cui 10 trial randomizzati e 2 studi quasi sperimentali (un quasi-esperimento è uno studio empirico che stima il beneficio di un trattamento senza assegnazione casuale dei partecipanti).
Questi, in sintesi, i risultati:
- 4 studi si occupavano di spondiloartropatia e 8 si focalizzavano sull’artrite reumatoide;
- i probiotici sono stati somministrati per una mediana di 60 giorni e una moda di 56 (intervallo totale: 7-365 giorni);
- sono stati somministrati 17 probiotici diversi, in un range variabile da 1 × 108 a 2.25 × 1011 unità formanti colonia (CFU) al giorno;
- i probiotici più frequentemente utilizzati sono stati i Lattobacilli;
- non c’è differenza statisticamente significativa fra i gruppi trattati e i controlli in termini di rischio di eventi avversi, quando si includano gli studi che non hanno registrato alcun evento (RR 1.02, 95% CI, 0.69, 1.51);
- i probiotici migliorano in misura significativa la gravità dei sintomi (SMD -0.37, 95% CI, -0.59, -0.15), e questo si verifica in particolare con le formulazioni a base di soli Lattobacilli;
- in particolare, con tutte le soluzioni terapeutiche si registra una piccola ma significativa riduzione del dolore articolare registrato su scala analogica visuale di 100 mm (MD -8.97, 95% CI, -15.38, -2.56);
- la meta-analisi conferma i noti benefici dei probiotici sui livelli di proteina C-reattiva (MD in mg/L -2.33, 95% CI, -4.26, -0.41), soprattutto nell’artrite reumatoide e per l’azione combinata di Bifidobatteri e Lattobacilli.
A livello clinico, queste indicazioni:
- devono sempre tenere presente la finestra di opportunità costituita dall’età del/della paziente e dallo stadio della patologia;
- devono essere confermate da studi più ampi, che prendano in considerazione fattori potenzialmente confondenti come l’età, il genere, il regime alimentare e le caratteristiche del microbiota intestinale.