Fibromatosi uterina: ruolo della miolisi in radiofrequenza
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Fibromatosi uterina: ruolo della miolisi in radiofrequenza
10/12/2018
Dott. Rodolfo Sirito Ginecologie e Ostetricia, Ospedale Evangelico Internazionale, Genova
Rodolfo Sirito Fibromatosi uterina: ruolo della miolisi in radiofrequenza Corso ECM su “Patologie ginecologiche benigne e dolore: come scegliere il meglio fra terapie mediche e chirurgiche”, organizzato dalla Fondazione Alessandra Graziottin per la cura del dolore nella donna Onlus, Milano, 25 maggio 2018
Sintesi del video e punti chiave
Tutte le procedure interventistiche per la cura dei fibromi uterini richiedono un ricovero ospedaliero e una qualche forma di anestesia. La miolisi in radiofrequenza, studiata in varie parti del mondo e da qualche tempo anche all’Ospedale Evangelico Internazionale di Genova, si svolge in regime di day hospital, è mini-invasiva, risparmia il tessuto sano e allevia rapidamente i sintomi riferiti dalla paziente. In questo video, il dottor Sirito illustra: - come la ricerca tecnologica degli ultimi anni abbia costantemente perseguito una minore invasività nelle metodiche di intervento; - la difficoltà di applicare le linee guida alla grande variabilità dei casi clinici di fibromatosi uterina; - come l’obiettivo principe dei ricercatori sia mettere a punto procedure sicure, efficaci sui sintomi e sulla dimensione dei fibromi, conservative rispetto al potenziale riproduttivo della donna, dagli effetti rapidi e duraturi; - le professionalità medico-scientifiche che hanno collaborato allo sviluppo della miolisi in radiofrequenza (MRF), già prevista da alcune linee guida internazionali e approvata dalla Food and Drug Administration statunitense (FDA); - come opera la MRF; - perché l’ago è raffreddato ad acqua; - in che modo si ottiene una biopsia preventiva dei tessuti da trattare; - perché si stanno sperimentando nuovi aghi capaci di orientare il flusso di calore; - le tecniche di accesso utilizzate in funzione del tipo di fibroma: isteroscopica, laparoscopica, endovaginale ecoguidata; - come opera e a che cosa serve il “virtual track system”; - perché durante l’intervento si usa un mezzo di contrasto; - le immagini relative ad alcuni interventi; - il follow up a sei mesi; - perché i risultati ottenuti incoraggiano a proseguire su questa strada.
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ATTENZIONE: Ogni terapia va individualizzata e monitorata in ciascuna paziente dal medico specialista esperto nel campo. Queste schede informative non possono in alcun modo sostituirsi al rapporto medico-paziente, né essere utilizzate senza esplicito parere medico
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