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Cocaina: una sostanza banalizzata e micidiale

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Cocaina: una sostanza banalizzata e micidiale

Cocaina: una sostanza banalizzata e micidiale

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Cocaina: una sostanza banalizzata e micidiale
(2.720 KB)
27/12/2008

Intervista alla Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

A cura di Roberta Lupi e Valeria Colangelo (Radio Radio)

Sintesi dell'intervista e punti chiave

I dati sono allarmanti: la cocaina si sta diffondendo a macchia d’olio fra i giovani e gli adolescenti italiani, ormai in vetta alla triste classifica europea dei consumatori più accaniti; fra le ragazze la dipendenza aumenta più velocemente che tra i maschi; e in certe scuole superiori, “sniffa” ormai più del 30% degli studenti. Eppure, nonostante venga spesso banalizzata rispetto ad altre sostanze, si tratta di una droga estremamente pericolosa, soprattutto a livello cardiovascolare e cerebrale, con effetti a breve e lungo termine impredicibili e potenzialmente fatali. La cocaina, infatti, ha una specifica tossicità per il muscolo cardiaco (miocardio) e per i vasi sanguigni, in particolare del cuore (le “coronarie”) e cerebrali: per questo può causare danni gravissimi come l’infarto miocardico, l’ischemia miocardica e l’emorragia cerebrale, con conseguenze che possono andare dalla paralisi, anche parziale, alla perdita della parola, sino alla morte. E’ quindi fondamentale combatterne l’uso soprattutto fra le giovani generazioni, incoraggiandole a una decisa assunzione di responsabilità nei confronti della propria salute e del proprio futuro.
Da quali fattori dipende la tossicità della cocaina? Chi corre i rischi maggiori? E’ vero che può fare male anche la prima volta, e anche a dosi molto basse? Come bisogna comportarsi in caso di ricovero in Pronto Soccorso per un malore?
In questa intervista illustriamo:
- i fattori che possono influire sulla tossicità della dose: il taglio con altre sostanze (mai “inerti”, e dunque a loro volta potenzialmente pericolose); la modalità di assunzione (per via nasale o endovenosa); le condizioni di stress concomitante (che contribuiscono ad affaticare il cuore);
- i rischi specifici connessi con l’assunzione per via nasale, a causa della grande estensione della mucosa olfattoria, del suo collegamento diretto con il cervello e della conseguente velocità di assorbimento vascolare;
- l’imprevedibilità degli effetti, determinata dall’interazione tra i fattori di rischio legati alla droga, la vulnerabilità cardiovascolare personale e le condizioni generali di stress psicofisico (anche legate alla carenza di sonno);
- come di conseguenza non sia possibile differenziare il rischio fra dosi basse e dosi alte, occasionali o frequenti;
- il profilo sociale che fa maggior uso di cocaina: l’uomo fra i 30 e i 35 anni, spesso fumatore; le donne giovani e giovanissime;
- perché, in caso di ricovero, è fondamentale che l’interessato o gli amici espongano i fatti senza reticenze, per consentire ai medici di porre in atto ogni possibile misura d’emergenza per limitare i danni e, nei casi più gravi, salvare la vita.

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