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Vestibolite vulvare e vaginismo: essenziale una diagnosi precisa

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26/10/2017

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, H. San Raffaele Resnati, Milano
Dott.ssa Dania Gambini
Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, H. San Raffaele, Milano

“Sono una ragazza di 27 anni. Ho difficoltà a vivere serenamente i rapporti sessuali. Vivo con terrore il momento della penetrazione, anche quando non desidero altro. Dopo la penetrazione non ho più alcun dolore, ma non riesco comunque a divertirmi perché sono continuamente disturbata dal timore che qualcosa possa farmi del male. Non conosco l’aspetto e il funzionamento della vagina, non riesco neppure a guardarne le immagini. Sono disperata. Inoltre speravo che il problema potesse risolversi con il tempo, ma dopo sette anni dalla mia prima volta nulla è cambiato. Al contrario, ci sono periodi, come questo, in cui la mia rigidità è maggiore. La mia ginecologa crede che ci siano semplicemente problemi nella coppia. Io invece temo che, se non risolvo la questione al più presto, i problemi con il mio partner cominceranno per davvero. Aiutatemi, vi prego”.
Gentile amica, il dolore in sede di penetrazione può essere determinato da una vestibolite vulvare (nota anche come vestibolodinia provocata), un quadro infiammatorio cronico dell’introito vaginale su cui trova ampie informazioni sul nostro sito. In aggiunta, la difficoltà a prendere consapevolezza del suo corpo e della vagina potrebbe indicare un quadro di vaginismo sottostante, sia pure di livello non grave.
Una visita ginecologica accurata è fondamentale per arrivare a una diagnosi precisa e instaurare un protocollo di cura mirato. Nel caso in cui venissero confermate le nostre ipotesi diagnostiche, sarebbe necessario procedere con l’utilizzo di farmaci miorilassanti e ansiolitici, antimicotici, antinfiammatori naturali, probiotici intestinali, sedute di riabilitazione del pavimento pelvico ed eventualmente una terapia sessuologica volta ad attenuare la fobia della penetrazione: nel giro di alcuni mesi si può arrivare alla guarigione completa. Eventualmente ci riscriva dopo la visita, e faremo insieme il punto della situazione. Un cordiale saluto.

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