Annamaria R.
Clinicamente la vestibolite vulvare si manifesta con bruciore e dolore all’introito della vagina, sia spontaneo (in questo caso si parla più propriamente di “vulvodinia”), sia provocato, ad esempio, dal semplice contatto con indumenti intimi, dalla visita ginecologica, dalla penetrazione: in quest’ultimo caso, il dolore, detto anche “dispareunia superficiale”, può essere così forte da impedire il rapporto. L’eziologia e la fisiopatologia della malattia sono complesse: generalmente la vestibolite si associa a un’infezione cronica da Candida con iperattivazione dei mastociti (le cellule del sistema immunitario che liberano fattori proinfiammatori che sostengono il quadro patologico), associata a un ipertono di grado variabile della muscolatura del pavimento pelvico.
La guarigione è possibile mediante un protocollo terapeutico completo, da personalizzare nella singola donna, basato su:
- farmaci antimicotici contro la Candida;
- antinfiammatori per bloccare la degranulazione mastocitaria;
- probiotici, orali e vaginali, per riequilibrare la flora batterica e gli ecosistemi;
- destro mannosio (uno zucchero inerte che intercetta l’Escherichia coli e ne riduce la capacità aggressiva nei confronti della parete interna della vescica);
- cranberry (mirtillo rosso);
- modulatori del dolore, specialmente nei casi di bruciore/dolore più severo e/o spontaneo;
- miorilassanti e fisioterapia mirata per ridurre il tono del muscolo elevatore dell’ano;
- una dieta priva di prodotti lievitati, zuccheri semplici e formaggi stagionati (che protegge anche la vescica dalle infezioni).
Un cordiale saluto.
Per approfondire
Secondary provoked vestibulodynia in sexually-active women with recurrent uncomplicated urinary tract infections
J Sex Med. 2013 Sep; 10 (9): 2265-73. doi: 10.1111/jsm.12242. Epub 2013 Jul 22