EN
Ricerca libera
Cerca nelle pubblicazioni scientifiche
per professionisti
Vai alla ricerca scientifica
Cerca nelle pubblicazioni divulgative
per pazienti
Vai alla ricerca divulgativa

Un dolore misterioso, invalidante e non diagnosticato

  • Condividi su
  • Condividi su Facebook
  • Condividi su Whatsapp
  • Condividi su Twitter
  • Condividi su Linkedin
03/01/2020

Le vostre lettere alla nostra redazione

Gentile professoressa,
ho 43 anni e da circa 4 anni soffro di un disturbo che non ha ancora avuto una diagnosi, ma che sto percependo sempre più come una patologia invalidante che mi condiziona fortemente. A partire da metà ciclo circa, diciamo dal quattordicesimo giorno, soffro di dolori al basso ventre che dal centro poi si spostano gradualmente verso sinistra. La particolarità di questi dolori è che si presentano quasi esclusivamente di notte, non mi lasciano più dormire e poi scompaiono, ma non sempre, nel corso della mattinata. Sono dolori molto forti che non riesco a gestire con gli antinfiammatori comuni: anzi, più volte mi è capitato che, se ne prendo uno, dopo qualche minuto lo vomito.
Questi dolori mi accompagnano praticamente fino all’arrivo del ciclo che avverto, al contrario della maggior parte delle donne, come una vera e propria liberazione. Infatti, dopo le mestruazioni, posso vivere serenamente per almeno una decina di giorni... un po’ pochi.
In passato sono stata dal gastroenterologo, ho fatto una colonscopia, una TAC con contrasto, visite ginecologiche da due professionisti differenti. La risposta ? «Lei sta benissimo, si aiuti con gli integratori». Acqua fresca per me… Non so proprio più che cosa fare, sono stanca di sentirmi dire che sto bene, perché non sto bene e non voglio rassegnarmi a questo martirio.
A questo dolore non sono associati altri disturbi: il mio ciclo è regolare, e non mi causa particolari fastidi. Così come non avverto dolore nei rapporti. Ma questi dolori sono veramente una tortura. Almeno un giorno al mese, e questo accade verso il diciottesimo-ventesimo giorno, sono costretta a stare a casa dal lavoro: è inconcepibile.
La ringrazio di avermi ascoltata: la stimo tantissimo, soprattutto per la sensibilità che trasmette rispetto a questi dolori “misteriosi” con ritardi di diagnosi, come il mio.
Anna

Gentile amica, come sempre diciamo alle donne che non hanno ancora trovato una risposta al loro problema, non si arrenda al dolore. Eventualmente ci riscriva, con maggiori ragguagli sugli esami già fatti, per un approfondimento diagnostico. Un caro saluto e auguri di cuore per il suo futuro.
Alessandra Graziottin
Parole chiave di questo articolo
Sullo stesso argomento per pazienti

Vuoi far parte della nostra community e non perderti gli aggiornamenti?

Iscriviti alla newsletter