Benché modeste condizioni socio-economiche di partenza siano generalmente associate a peggiori performance cognitive, alcuni bambini provenienti da famiglie con basso reddito e bassa scolarità hanno prestazioni, in termini di ragionamento fluido, paragonabili a quelle dei compagni più abbienti e più seguiti.
Il ragionamento fluido è la capacità di pensare logicamente e di risolvere problemi in situazioni nuove. In altre parole, è la capacità di analizzare problemi nuovi, identificare gli schemi e le relazioni sottostanti alla situazione, e trovare una soluzione utilizzando in modo creativo il ragionamento logico, le conoscenze acquisite e l’esperienza. Esso è governato dalla corteccia fronto-parietale, e in particolare dalla corteccia prefrontale rostro-parietale (rostrolateral prefrontal cortex, RLPFC).
Lo studio è stato condotto su 115 bambini di età compresa fra i 4 i 7 anni, e su 59 adolescenti di età compresa fra i 12 e i 16 anni. Questi, in sintesi, i risultati:
- lo spessore della RLPFC correla con il ragionamento fluido in funzione dello status socio-economico;
- se i bambini poveri vengono esposti a stimoli ambientali adeguati, la loro RLPFC si sviluppa fino a raggiungere uno spessore adeguato e le loro capacità di ragionamento risultano paragonabili a quelle dei bambini nati in famiglie abbienti.
Lo studio conferma che:
- un ambiente povero di risorse e di stimoli tende a deprimere lo sviluppo cognitivo del bambino;
- se adeguatamente stimolati in famiglia e a scuola, anche i bambini di origini modeste possono sviluppare efficienti funzioni cognitive;
- è quindi decisivo che la scuola, la sanità pubblica e l’assistenza sociale operino in modo da offrire a tutti i bambini adeguati stimoli cognitivi e motivazionali, sia per consentire loro di realizzarsi nella vita, sia per ridurre i costi economici e sociali che la collettività deve affrontare per supportare adulti marginalizzati rispetto al mondo degli affetti e del lavoro.