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Sindrome premestruale: che cosa fare nei casi più severi

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31/07/2015

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, H. San Raffaele Resnati, Milano
Dott.ssa Dania Gambini
Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, H. San Raffaele, Milano

“Sono disperata: soffro tantissimo per la sindrome premestruale, che con il tempo è peggiorata sempre di più. Prendo già il magnesio, l’agnocasto e l’iperico, ma continuo a stare male. Ho provato anche a prendere la pillola, ma senza risultato… Che cosa posso fare? Aspetto con ansia una vostra risposta, grazie”.
Gentile amica, quando il ricorso al magnesio (in qualsiasi sua formulazione, pidolato o non) e all’agnocasto non è sufficiente per alleviare i disturbi della sindrome premestruale, l’arma principale è rappresentata dalla terapia estroprogestinica. In questo modo infatti si bloccano le oscillazioni ormonali responsabili della riduzione dei livelli di serotonina, il principale neurotrasmettitore che regola il tono dell’umore. L’unica pillola approvata dalla Food and Drug Administration per ridurre tale sintomatologia è quella al drospirenone: la sua particolare formulazione con 24 confetti attivi e 4 placebo diminuisce l’intervallo senza assunzione e così riduce ulteriormente le fluttuazioni ormonali; inoltre, il progestinico in essa contenuto, il drospirenone appunto, aumenta il livello di endorfine con effetti ulteriormente benefici sull’umore. Nel caso in cui i disturbi psicoemotivi fossero importanti si può ricorrere – sempre sotto stretto controllo medico – anche alla paroxetina, un inibitore selettivo del reuptake della serotonina che normalmente viene utilizzato come antidepressivo. Un cordiale saluto.
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