Analizzare il funzionamento dell’asse intestino-cuore, e il suo impatto sul rischio di infarto miocardico: a questo tema è dedicata la review di Katherine Rivera e collaboratori, della Scuola di Medicina presso la Pontificia Universidad Católica de Chile a Santiago del Cile. L’infarto miocardico (IM) è la principale causa di morte a livello mondiale, con un peso significativo su pazienti, sistemi sanitari e finanze pubbliche. L’asse intestino-cuore, una rete bidirezionale che collega la salute intestinale a quella cardiovascolare, è emerso di recente come un fattore critico nella fisiopatologia dell’IM. In particolare: - le perturbazioni di questo asse, dovute a quadri di disbiosi intestinale e alla compromissione della barriera intestinale, determinano progressivamente un’infiammazione sistemica governata da metaboliti intestinali come i lipopolisaccaridi (LPS) e la trimetilammina-N-ossido (TMAO), che esacerbano la progressione dell’IM; - al contrario, metaboliti come gli acidi grassi a catena corta (SCFA) sviluppati da un microbiota bilanciato mostrano effetti protettivi contro i danni cardiovascolari. La review: - esamina i mediatori molecolari dell’asse intestino-cuore, posizionandolo come nuovo obiettivo della terapia cardiovascolare; - presta particolare attenzione all’impatto di ormoni sessuali, invecchiamento, alimentazione, attività fisica e consumo di alcol sulla salute intestinale e sugli esiti dell’IM; - evidenzia alcuni approcci terapeutici legati alla salute intestinale (dieta, probiotici, esercizio fisico) volti a ridurre il rischio di IM e ad accelerare il recupero.
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ATTENZIONE: Ogni terapia va individualizzata e monitorata in ciascuna paziente dal medico specialista esperto nel campo. Queste schede informative non possono in alcun modo sostituirsi al rapporto medico-paziente, né essere utilizzate senza esplicito parere medico
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