L’analisi è stata condotta su un campione di soggetti affetti da stress post traumatico. L’entità del disturbo è stata valutata con:
- un’intervista clinica per la raccolta dei dati anamnestici;
- la Clinician-Administered PTSD Scale for DSM-5 (CAPS-5): questionario strutturato in 30 domande per la diagnosi del disturbo post traumatico da stress in relazione a tre differenti orizzonti temporali (ultimo mese, ultima settimana, lifetime);
- la Davidson Trauma Scale (DTS): questionario strutturato per la valutazione della presenza (da 0 = “per nulla” a 4 = “ogni giorno”) e della severità (da 0 = “per nulla stressante” a 4 = “estremamente stressante”) di 17 sintomi descritti dal DSM-IV.
Questi gli interessanti risultati:
- per quanto riguarda la severità del disturbo, il punteggio totale della DTS è 65.6 +/- 26.9 per le vittime del terrorismo e 78.2 +/- 28.2 per le vittime di altri eventi traumatici, ma la differenza non è statisticamente significativa;
- la durata del disturbo – e qui emerge il dato più impressionante – è di 258 +/- 144.9 mesi per le vittime del terrorismo (oltre 20 anni in media!) e 41.6 +/- 11.8 mesi per le vittime di altri eventi traumatici;
- i livelli di evitamento e ipervigilanza sono nettamente più elevati nelle vittime degli attacchi terroristici.
In conclusione:
- la severità dello stress post traumatico non sembra variare in funzione del tipo di evento: il PTSD è un disturbo gravemente invalidante indipendentemente dal fatto che lo innesca;
- tuttavia, l’enorme differenza in termini di durata dei sintomi conferma l’importanza di una diagnosi precoce nei confronti delle vittime del terrorismo, anche per evitare la progressione verso altre patologie psichiatriche come la depressione cronica.