- l’Obstetrics, Gynecology and Women's Health Institute di Cleveland;
- il South Florida Institute for Reproductive Medicine di Miami;
- l’Herbert Wertheim College of Medicine di Miami;
- il Department of Gynecology della Mayo Clinic Arizona di Scottsdale;
- il Department of Minimally Invasive Gynecology di Boston.
La laparoscopia è una tecnica chirurgica mini-invasiva che permette di vedere e operare all’interno dell’addome inserendo, attraverso l’ombelico, uno strumento ottico chiamato laparoscopio (per laparotomia, invece, si intende la classica incisione della parete anteriore dell’addome che consente l’accesso diretto agli organi in esso contenuti).
Lo studio è stato condotto su donne di età superiore ai 18 anni, affette da sospetta endometriosi. I parametri di valutazione assunti per il confronto fra le due tecniche sono:
- la durata dell’intervento;
- le complicanze peri- e postoperatorie;
- la qualità di vita dopo l’intervento.
Questi, in sintesi, i risultati:
- il tempo operatorio medio è stato di 106.6 ± 48.4 minuti per la chirurgia robotica e di 101.6 ± 63.2 minuti per la laparoscopia;
- non sono state registrate differenze significative in termini di perdita di sangue, complicanze peri- e postoperatorie, e tasso di conversione alla laparotomia;
- entrambi i gruppi hanno riportato miglioramenti significativi della qualità di vita a 6 settimane e 6 mesi dall’intervento.
In conclusione, non si sono registrate differenze di rilievo fra la tecnica robotica e la procedura laparoscopica, il che porta a concludere che, nonostante le attese quasi miracolistiche che a volte contraddistinguono le nuove tecnologie, a oggi la robotica non è migliorativa rispetto a una laparoscopia tradizionale effettuata da un chirurgo ben preparato.