I taxani sono agenti chemioterapici che bloccano il processo di divisione delle cellule. I due farmaci più utilizzati in questa classe sono il paclitaxel e il docetaxel. Il dolore acuto da taxani (taxane acute pain syndrome, TAPS) è un importante effetto collaterale, spesso descritto come un’artralgia e una mialgia che si manifestano due o tre giorni dopo la somministrazione. Ma l’effetto del farmaco può prolungarsi per molti mesi.
Lo studio è stato condotto su donne che non avessero ricevuto altre forme di chemioterapia, e alle quali è stato chiesto di tenere un diario del dolore nei giorni 1-7, 14 e 21 successivi a tre cicli consecutivi di trattamento con docetaxel (fase acuta). In parallelo è stato somministrato un questionario telefonico, adattato dal Brief Pain Inventory e dal McGill Pain Questionnaire, a 1, 3, 6, 9 e 12 mesi dal trattamento (fase cronica), con l’obiettivo di valutare la gravità e le caratteristiche del dolore, e la sua interferenza con le attività quotidiane.
Questi, in sintesi, i risultati:
- il descrittore più comune del dolore è indolenzimento (90-96%);
- nella fase cronica, ricorrono con notevole frequenza anche urente (32-50%), diffuso (39-48) e pungente (40-69%);
- sia nella fase acuta che in quella cronica, la maggior parte delle pazienti riferisce un dolore da moderato a severo, indipendentemente dalla localizzazione;
- il dolore al ciclo 1 è predittivo di ulteriore dolore dopo i cicli successivi (p < 0.0001);
- il dolore al ciclo 3 è predittivo di dolore cronico a lungo termine (p < 0.002).
Lo studio dei ricercatori canadesi:
- è importante, perché i descrittori utilizzati dalle pazienti possono riflettere i meccanismi patogenetici sottostanti;
- ipotizza che la TAPS inizi con un dolore acuto di origine infiammatoria per poi evolvere in dolore neuropatico, noto come neuropatia periferica da chemioterapia (chemotherapy-induced peripheral neuropathy, CIPN);
- conferma che l’esperienza soggettiva del dolore varia da paziente a paziente.