Il carcinoma duttale in situ (ductal carcinoma in situ, DCIS) è la forma meno aggressiva del tumore della mammella: le cellule tumorali crescono infatti all’interno dei dotti galattofori, senza invadere i tessuti circostanti. Si differenzia quindi dalla forma infiltrante, perché non dà metastasi. Tuttavia può determinare conseguenze impegnative, e non sempre prese in considerazione, in termini di dolore post chirurgico e sintomi percettivi, oltre che un impatto comunque notevole sulla serenità della donna.
Lo studio ha preso in considerazione 574 donne danesi trattate nel biennio 2013-14. Di queste, 473 (82%) hanno completato un questionario su fattori demografici, dolore, disturbi sensoriali, condizioni psicologiche e bisogni di riabilitazione a 1-3 anni dall’operazione.
Ecco i principali risultati dell’indagine:
- età media delle partecipanti: 60 anni;
- il 33% delle pazienti riporta dolore in generale, e il 12% riporta dolore da moderato a severo nell’area interessata dall’intervento;
- l’età più giovane (<50 anni, OR 4.7 [95% CI: 1.6-14.0, p=0.006]), un’età compresa fra i 50 e i 65 anni (OR 2.8 [95% CI: 1.1-7.0, p=0.02]) e l’ansia-depressione (punteggio totale sulla Hospital Anxiety and Depression Scale [HADS] >15, OR 3.1 [95% CI: 1.5-6.3, p=0.003]) sono significativamente correlate con livelli di dolore da moderato a severo;
- circa un terzo delle pazienti riporta disturbi sensoriali come formicolio (32%), intorpidimento (37%) e prurito doloroso (30%);
- 94 pazienti (20%) riportano ansia, 26 (6%) depressione e 51 (11%) distress.
Questo studio indica come le donne operate per carcinoma duttale in situ, nonostante la ridotta aggressività del tumore in sé, soffrano di sintomi pesanti e che meritano adeguate strategie riabilitative. Il dolore, infatti, non deve mai essere accettato come una sequela inevitabile della chirurgia, e anche i sintomi sensoriali richiedono un approccio terapeutico adeguato.