Bruciore vulvare: gli approfondimenti diagnostici consigliati
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05/04/2019
Prof.ssa Alessandra Graziottin Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, H. San Raffaele Resnati, Milano Dott.ssa Dania Gambini Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, H. San Raffaele, Milano
“Ho 76 anni. Dopo una biopsia vulvare mi è stato diagnosticato un papillomavirus di basso grado, trattato con una seduta laser. Adesso sono quattro mesi che mi curo con pomate al cortisone ed emollienti, ma non vedo ancora risultati: il bruciore in quella zona delicata c'è sempre, anche se a volte avverto un lieve miglioramento. La visita di controllo, a distanza di due mesi dalla terapia, non ha messo in evidenza nulla, e il pap test è negativo. Si può fare altro per eliminare questo bruciore davvero fastidioso?”.
Gentile amica, sarebbe necessario avere informazioni più precise sui sintomi che avverte (modalità di insorgenza ed espressione, localizzazione), e l’esito dell’esame istologico della biopsia vulvare. In questo modo sarà possibile indicarle l’approccio terapeutico specifico. Sono infatti diverse le condizioni cliniche che possono determinare bruciore o prurito in sede vulvare – come il lichen o la vulvodinia – ognuna con un approccio terapeutico mirato. Un cordiale saluto.
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ATTENZIONE: Ogni terapia va individualizzata e monitorata in ciascuna paziente dal medico specialista esperto nel campo. Queste schede informative non possono in alcun modo sostituirsi al rapporto medico-paziente, né essere utilizzate senza esplicito parere medico
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