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Secchezza vaginale: quali cure per chi è a rischio oncologico?

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25/03/2016

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, H. San Raffaele Resnati, Milano
Dott.ssa Dania Gambini
Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, H. San Raffaele, Milano

“Ho 54 anni, da due sono in menopausa. Mia madre è stata operata tre anni fa di cancro all’endometrio, risolto con il solo intervento di isterectomia, e quindi preso, evidentemente, all’inizio. Il mese scorso, in seguito a un’ecografia transvaginale, mi è stato diagnosticato un ispessimento di 8 millimetri all’endometrio: l’isteroscopia ha individuato un polipo di 1,5 centimetri che dovrò presto togliere. Con questo pregresso, come posso risolvere i problemi legati alla secchezza vaginale? Posso contare solo sull’aiuto dell’acido ialuronico? Grazie davvero per la vostra cortesia”.
F.L. (Milano)
Gentile amica, la secchezza vaginale è uno dei principali sintomi riportati dalle donne in menopausa; colpisce almeno il 50% delle donne ed è ancora sottostimata, nonostante incida notevolmente sulla vita di coppia.
Per migliorare tale condizione ci sono diverse armi terapeutiche: si può ricorrere a terapie locali, da applicare in sede vulvo-vaginale, con preparati a base di estrogeni (preferibilmente estriolo) o testosterone, oltre a prodotti a base di acido ialuronico e vitamina E.
Da settembre è inoltre disponibile sul mercato italiano un nuovo prodotto a base di ospemifene, il primo trattamento non estrogenico da assumere per via orale in grado di alleviare il problema della secchezza e dell’atrofia vaginale.
Le consigliamo comunque di sottoporsi all’asportazione del polipo endometriale prima di iniziare qualsiasi tipo di terapia. Si sottoponga poi a controlli annuali mediante ecografia ginecologica transvaginale. Un cordiale saluto.
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