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Psychosocial and psychophysiological effects of human-animal interactions: the possible role of oxytocin

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04/10/2012

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Beetz A, Uvnäs-Moberg K, Julius H, Kotrschal K.
Psychosocial and psychophysiological effects of human-animal interactions: the possible role of oxytocin
Front Psychol. 2012; 3: 234
Negli ultimi decenni è diventato sempre più evidente che il rapporto con gli animali influenza positivamente la cura e l’educazione degli esseri umani. La letteratura sull’argomento è abbondante, ma distribuita su un gran numero di riviste scientifiche e ambiti di indagine. Nella loro review Andrea Beetz e collaboratori, del Department of Special Education (Institut für Sonderpädagogische Entwicklungsförderung und Rehabilitation) dell’Università di Rostock in Germania, passano in rassegna 69 studi originali sull’interazione uomo-animale (Human-Animal Interactions, HAI), selezionati in base all’ampiezza del campione, alla revisione peer-to-peer e al rigore scientifico del progetto di ricerca.
Gli studi analizzati indicano chiaramente che l’interazione uomo-animale ha i seguenti effetti positivi su persone di età differente, con o senza patologie di carattere generale e, in particolare, mentali:
- miglioramento dell’attitudine sociale, del comportamento, delle interazioni interpersonali e dell’umore;
- riduzione dei seguenti parametri correlati allo stress: cortisolo, frequenza cardiaca, pressione sanguigna;
- riduzione dell’ansia e del senso di apprensione;
- miglioramento della salute fisica e mentale, in particolare a livello cardiovascolare.
Esistono invece limitate evidenze, o insufficienti pubblicazioni, su questi effetti:
- riduzione dei seguenti parametri correlati allo stress: epinefrina, norepinefrina;
- miglioramento della funzionalità del sistema immunitario;
- miglioramento della funzionalità del sistema del dolore;
- aumento della capacità di infondere e avere fiducia negli altri;
- riduzione dell’aggressività;
- rafforzamento della capacità di empatia;
- miglioramento delle capacità di apprendimento.
Gli autori integrano in un modello coerente i diversi effetti osservati a livello endocrinologico, psicofisiologico e psicosociale, e in particolare postulano che, nella maggior parte dei casi, giochi un ruolo chiave l’attivazione del sistema dell’ossitocina (OT). Una controprova di questa ipotesi consiste nel fatto che anche elevati livelli di OT promuovono le interazioni sociali, riducono l’ansia e lo stress, e migliorano la salute, e dunque i due pattern psicobiologici presentano ampie sovrapposizioni.
In particolare, il massimo rilascio di OT sembra essere attivato dal contatto visivo e soprattutto tattile con l’animale. Gli effetti sono percepibili anche dopo un unico incontro, ma una relazione stabile – in particolare con cani e gatti già inseriti nel nucleo familiare – produce risultati più significativi e duraturi.
Gli autori concludono la review osservando come l’attivazione del sistema dell’ossitocina, pur rappresentando una variabile chiave nel rapporto uomo-animale, non ne spiega tutti gli effetti: ad esempio, non sembra essere implicata nell’osservazione degli uccelli e dei pesci, con i quali non si determina pressoché mai un contatto tattile diretto. Esistono quindi sicuramente altri meccanismi esplicativi, operanti al livello fisiologico e psicologico, sui quali condurre ulteriori ricerche.

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