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Menopausa iatrogena, il mio calvario

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06/12/2019

Le vostre lettere alla nostra redazione

Buongiorno a tutti, desidero condividere il mio essere attonita, misto a un senso di impotenza, che da tre anni a questa parte – ma, a dire il vero, da molti anni addietro – porto a spasso con me.
A quarant’anni mi sono stati asportati chirurgicamente l’utero, le ovaie e le tube. In precedenza, avevo già collezionato altri quattro interventi che a distanza di tempo, fra aderenze e altre complicazioni, avevano impedito a quel poco rimasto del mio apparato di funzionare correttamente.
Dopo aver notato gli inevitabili cambiamenti a riguardo, ed essermi allarmata, mi sono rivolta alla mia ginecologa. Non ho trovato comprensione e attenzione nei miei riguardi, ma solo uno scoraggiante «Non potrai più essere la stessa di prima… Non puoi farci nulla». Mi aspettavo che mi assistessero lungo la strada del cambiamento ormonale con cure o ricerche sugli ormoni più adeguati, ma così non è stato. Mille esami ma, al dunque, non ho trovato nessun ginecologo che si prendesse davvero carico di un caso “piuttosto complicato”.
Possibile sia solo io a trovare ginecologi non preparati o comunque non motivati ad occuparsi di un caso come il mio? A chi posso rivolgermi per sentirmi seguita con tutti i criteri del caso? Io continuo a provare, ma non ho ancora incontrato qualcuno che mi aiuti a trovare una soluzione. Sono passati tre anni dall’intervento. Uno mi ha detto che dovevo “assestarmi”. Un altro, dopo avermi fatto fare esami e mammografia per verificare che non ci fosse pericolo di trombosi, mi ha invitato a cambiare referente. L’ultima, dopo altre ricerche e dopo ulteriori esami, e una mia forte richiesta d’aiuto per un calo della libido, si è presa più di venti giorni per capire se doveva vedermi in studio o darmi una cura per telefono...

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