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I cinquant'anni "dal" nostro matrimonio: una festa della capacità di amare

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02/09/2016

Le vostre lettere alla nostra redazione

Oggi pubblichiamo la lettera di Lello, che dimostra come anche nel doloroso momento della separazione una coppia possa mantenere una salda amicizia e un rapporto di reciproco rispetto. La dedichiamo a tutte le donne e a tutti gli uomini che, al contrario, soffrono per la fine della loro storia d’amore, quando «recriminazioni, rancori e gelosie» prendono il triste sopravvento.
Cara Angela,
se nel 1981 non avessimo firmato la nostra separazione, oggi avremmo festeggiato le nostre “nozze d’oro”. Da quando tutti e due decidemmo di mettere fine a un’unione oramai non più “frizzante”, il nostro rapporto si è sempre mantenuto civile e reciprocamente rispettoso. Oggi non festeggiamo i 50 anni “del nostro matrimonio”, ma nulla ci vieta di festeggiare simbolicamente i nostri 50 anni “dal matrimonio”.
Io e Francesca ti avevamo invitato per festeggiare qui a Catania, ma i vostri impegni non lo hanno permesso. Pazienza! Noi continuiamo ad aspettarvi. Però stamattina, la nostra data storica, ti scrivo ciò che ti avrei detto a voce.
Quando ci siamo incontrati eravamo due ragazzi immaturi e facevamo parte di quelle famiglie in cui il genitore rivestiva ancora il ruolo di comandante assoluto, senza possibilità di appello. Una generazione, la nostra, che doveva “credere, obbedire e subire”! Tu, in particolare, essendo una giovane donna, dovevi sottostare a regole delle quali, dagli anni Settanta in poi, s’è persa ogni traccia. Praticamente io e te, in sette anni e più di fidanzamento, non siamo mai usciti da soli! Eravamo sempre scortati e guardati a vista da una caterva di familiari, a cominciare da tuo padre, tua madre e poi i tuoi tre fratelli, i tuoi zii con le mogli, i due ingegneri e i due avvocati (con le rispettive consorti) che lavoravano con tuo padre, e la lista non finisce qui… E non dimentico di aggiungere l’intera mia famiglia.
Sicuramente i nostri familiari pensavano più alla nostra “sistemazione”, che alla necessità di conoscerci, per capire meglio chi fossimo e soprattutto che cosa sognassimo per il nostro futuro. Io e te abbiamo iniziato a dialogare a nozze avvenute quando, conclusi i festeggiamenti, lasciammo Napoli per scapparcene da soli, finalmente, a Sorrento.
Il Signore ha benedetto la nostra unione con due figli, che però non sono bastati a farci restare insieme. Dopo circa sedici anni decidemmo, di comune accordo, di voltare pagina e ci separammo. Ma non siamo mai stati nemici. Tutto si è svolto civilmente e senza alcun rancore, soprattutto per il rispetto reciproco e per il bene dei nostri figli. Ed ecco che oggi, a cinquant’anni “dal matrimonio”, sento la necessità di ringraziarti, principalmente per quattro cose: per il bene che hai voluto ai miei genitori e ai miei fratelli; per come hai fatto vivere in modo agiato i nostri ragazzi, e per tutto ciò che hai fatto cercando di seguirli nel migliore dei modi; per il fraterno e affettuoso rapporto che hai sempre avuto con Francesca (e tu sai come e quanto lei lo ricambi); e per l’amicizia vera che non mi hai fatto mai mancare!
Cara Angela, ti aspettiamo a Catania per festeggiare i nostri “50 anni dal matrimonio” tutti assieme, tutti noi straordinari componenti di questa meravigliosa famiglia allargata. Li festeggeremo cenando sul mare. Brinderemo alla nostra sensibilità che ci ha fatto essere antesignani nel gestire in un nuovo modo la separazione, un modo che si è rivelato vincente, per noi e, soprattutto, per i nostri figli. E brinderemo alla capacità di tutti noi di saper amare e di non avere mai permesso che recriminazioni, rancori e gelosie potessero smorzare di volta in volta la gioia di ritrovarci.
Con l’affetto di sempre, Lello
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