Le evidenze attuali indicano come l’attivazione delle cellule gliali e immunitarie porti a una maggiore produzione di mediatori pro-infiammatori, creando progressivamente uno stato neuroinfiammatorio. Inoltre è stato dimostrato che la neuroinfiammazione è un meccanismo fondamentale nella genesi del dolore acuto (segnale di danno in corso) e nella sua transizione a dolore cronico e neuropatico (malattia in sé). In questo scenario, un ruolo fondamentale è ricoperto appunto dall’attivazione delle cellule gliali, che all’interno del sistema nervoso centrale nutrono i neuroni, assicurano l’isolamento dei tessuti nervosi e svolgono importanti funzioni immunitarie.
Il processo che i ricercatori descrivono può essere descritto in questi termini:
- l’evento nocivo che stimola le fibre nervose afferenti periferiche attiva anche i recettori nocicettivi situati nei gangli delle radici dorsali e nella corna dorsali del midollo spinale, e le cellule gliali periferiche, innescando la sensibilizzazione periferica e diffondendo l’infiammazione al cervello (neuroinfiammazione);
- una volta attivata, la microglia centrale inizia a produrre citochine, chemochine e neuropeptidi, che a loro volta possono aumentare la sensibilità e l’attività elettrica (“firing”) dei neuroni di secondo ordine, sovraregolando la trasmissione dei segnali nocicettivi alla corteccia cerebrale.
Questo processo, noto come sensibilizzazione centrale, è fondamentale per la cronicizzazione del dolore acuto.
Le interazioni immuno-neuronali sono anche implicate nella relazione fra dolore e oppioidi. Le più recenti evidenze suggeriscono che le cellule immunitarie e gliali attivate possono alterare la funzione neuronale, indurre e mantenere il dolore neuropatico, e alterare gli effetti analgesici dei farmaci oppioidi, contribuendo allo sviluppo di tolleranza e dipendenza, e causando persino iperalgesia paradossa. Tali anomalie possono verificarsi quando l’ambiente neuronale è influenzato da traumi, infiammazioni e molecole derivate dal sistema immunitario, oppure – ed è questo il punto centrale per il discorso dei ricercatori statunitensi – quando gli oppioidi stessi inducono l’attivazione gliale pro-infiammatoria.
La review si articola in tre capitoli principali:
1. Il ruolo fondamentale della risposta immunitaria e dell’attivazione gliale nella transizione dal dolore acuto a quello neuropatico e cronico;
2. Importanza del sistema nervoso enterico nel dolore acuto e cronico;
3. La neuroinfiammazione associata agli oppioidi.
Il logico corollario di questo studio è che l’impiego degli oppioidi deve essere limitato il più possibile al controllo del dolore da metastasi tumorali e che, per la terapia delle altre forme di dolore, si dovrebbero seguire prioritariamente altre strategie farmacologiche, oltre a stili di vita sani (attività fisica in primis).