EN
Ricerca libera
Cerca nelle pubblicazioni scientifiche
per professionisti
Vai alla ricerca scientifica
Cerca nelle pubblicazioni divulgative
per pazienti
Vai alla ricerca divulgativa

Vaginismo, dolore ai rapporti e tante consulenze mediche: una tripla violenza su se stesse

  • Condividi su
  • Condividi su Facebook
  • Condividi su Whatsapp
  • Condividi su Twitter
  • Condividi su Linkedin
18/11/2011

Le vostre lettere alla nostra redazione

E arrivano a dirti che non c’è niente da fare, la tua vagina è troppo stretta: è difficile farci passare un dito, figuriamoci un pene in erezione. Endometriosi, vaginite, vestibolite vulvare, vaginismo: insomma, ogni diagnosi, una nuova patologia. E’ un masso addosso: ti prende in pieno e si trascina dentro... Dolore fisico, quello che hai sentito ogni volta che hai provato a fare l’amore; dolore dentro, immenso dolore dentro, quando ti hanno insinuato l’idea che è difficile, anzi impossibile essere normale.
Per strada gli sguardi delle altre donne, al supermercato mentre fai la spesa, alla fermata dell’autobus: e ti sorprendi a scrutarle inconsapevole, cercando di capire se tu sia sola nella tua sofferenza o esista qualche altra donna in grado di capirti e condividere il tuo dolore perché è anche il suo.
E in questa incessante ricerca d’aiuto, con una punta di egoismo, inizi a chiederti perché proprio a te: perché quell’atto d’amore, espressione della più vitale naturalezza, spontaneità istintiva, gioia viscerale, a te non sia concesso, perché quello che dovrebbe essere naturale, normale, piacevole, per te si tramuta in intimo e profondo dolore, angoscia, inadeguatezza al senso comune, timore di perdere chi ti vuole bene.
Fai violenza su di te tre volte: quando, dopo tanti tentativi, capisci che qualcosa nel tuo corpo non va; quando, alla fine di un travagliato percorso interno, trovi il coraggio di esprimere il tuo disagio sottoponendoti a un numero infinito di visite ginecologiche; quando nessuno dei medici consultati riesce a darti una risposta valida, a prospettarti un rimedio efficace.
Dopo due anni dall’inizio della tua sofferenza, dopo un anno di visite ed esami inutili, non vedi soluzione alla tua sofferenza. Passaggi obbligati: è difficile che un percorso sia piano, regolare, lineare; spesso alle salite seguono altre salite e poi ancora salite, forse anche più erte delle prime, fino a quando, per caso o per fortuna, per determinazione tua o di chi ti sta vicino, inizia la discesa…
E così nella tua costante e a volte avvilente ricerca fra medici più o meno preparati, incontri, infine, una persona che, ancor prima di visitarti, è come se conoscesse già il tuo problema, e senti che non lo considera un vero problema; ti parla come se la tua condizione fosse comune a quella di tante e tante altre donne, forse ancora silenziose o ancora ignare o semplicemente in disperata ricerca d’aiuto; ti trasmette la convinzione di aver tutto sotto controllo e che non c’è motivo di dubitare: andrà bene.
Tutto ora dipende da te: sarà questione di volontà, determinazione, pazienza, costanza, coraggio, sacrifici, alti e bassi, momenti di sconforto e di speranza. Fino a quando inizia ad andare meglio, sempre meglio, tutto s’aggiusta e a te sembra di rinascere: dolce e prezioso momento, di un’emozione nuova e rara che in un attimo ti ripaga di ogni sacrificio e sofferenza!
Un’emozione che è un tesoro intimo, tuo e del ragazzo che ti è stato vicino, ti ha amato sempre e comunque, ti ha fatto sentire che era al tuo fianco, sempre.
Un’emozione che potrà capire solo chi ha vissuto la tua stessa sofferenza ed ha trovato la forza di parlarne, accompagnata dalla fortuna e dalla determinazione di incontrare chi, ascoltando, ha saputo capire.
Letizia G.

Vuoi far parte della nostra community e non perderti gli aggiornamenti?

Iscriviti alla newsletter