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Stress e depressione: i fondamenti neurobiologici della resilienza

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Stress e depressione: i fondamenti neurobiologici della resilienza
01/09/2022

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Commento a:
Dudek KA, Dion-Albert L, Neutzling Kaufmann F, Tuck E, Lebel M, Menard C.
Neurobiology of resilience in depression: immune and vascular insights from human and animal studies
Eur J Neurosci. 2021 Jan;53(1):183-221. doi: 10.1111/ejn.14547. Epub 2019 Sep 13
Analizzare i fattori endocrini, immunitari e neurovascolari associati alla vulnerabilità allo stress e alla capacità di resilienza nei roditori e negli umani: è questo l’obiettivo dello studio di Caroline Menard e collaboratrici, del Dipartimento di Psichiatria e Neuroscienze dell’Université Laval a Quebec City, Canada.
La depressione maggiore (major depressive disorder, MDD) è una condizione psichiatrica ricorrente o cronica caratterizzata da umore depresso, isolamento sociale e anedonia. Secondo alcune stime, colpisce il 20% degli individui almeno una volta nel corso della vita, con un considerevole impatto di salute ed economico. La prevalenza fra le donne è doppia rispetto agli uomini, e con sintomi in parte differenti. Il 30-50% degli individui colpiti non risponde ai trattamenti antidepressivi standard. Fra i più importanti fattori di rischio ambientali, spicca lo stress cronico.
Tuttavia, non ogni individuo stressato cade in depressione, e questo evidenzia la necessità di individuare non solo le determinanti biologiche della vulnerabilità allo stress, ma anche quelle della capacità di resilienza.
I primi studi sono stati storicamente condotti su ratti da laboratorio, attraverso lo sviluppo di modelli di depressione volti a chiarire i meccanismi sottostanti alla vulnerabilità e alla resilienza. Si è così osservato che un sottogruppo di questi animali manifestava un insieme di caratteristiche biologiche che determinavano una notevole capacità di coping.
La questione è affascinante e complessa, perché l’eziologia della depressione maggiore è multifattoriale e coinvolge numerosi sistemi fisiologici. Negli umani depressi e nei ratti che mostrano un comportamento di tipo depressivo si è per esempio osservata un’esacerbazione della risposta endocrina e immunitaria sia da parte dei sistemi innati che da parte di quelli adattativi. In questo contesto, si sta prestando una crescente attenzione alla salute neurovascolare, dal momento che nei pazienti depressi si riscontra una più elevata prevalenza di patologie cardiovascolari; si è inoltre accertato che la depressione, la resistenza ai trattamenti e le ricadute correlano con l’infiammazione sistemica. L’inefficacia delle terapie tradizionali sembra essere determinata proprio dal fatto che esse non tengono conto di questi importanti fattori biologici, la cui comprensione potrebbe aprire la strada verso nuove e più decisive strategie di cura.
Il lavoro delle ricercatrici canadesi, originale e approfondito, illustra i processi endocrini, le risposte immunitarie e i fenomeni neurovascolari associati alla depressione e alla resilienza. Ogni capitolo prende in esame gli studi disponibili sugli animali e sugli umani, e, nel mondo umano, chiarisce le specificità legate al genere.
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