Mia madre e mia sorella sono andate in menopausa molto tardi. «Quindi di cosa ti preoccupi?», mi dicevano i vari specialisti – ginecologi, dermatologi – come se fossi una bimba viziata e lamentosa.
Intanto il mio ciclo si è dimezzato (due giorni di flusso scarso), il sonno è cambiato, la concentrazione è diventata volatile, l’intestino mi imbarazza con i suoi continui rumori e gonfiori. Il mio odore è diverso, il desiderio è mortificante. Io, che ero così spontanea e vivace, mi sento una vecchia.
Da due anni cerco di rimanere incinta. Ci siamo riusciti solo una volta, ma il sogno è durato solo sei settimane. Ora sono in lista d’attesa per la procreazione medicalmente assistita, dopo che i valori di ormone antimulleriano sono arrivati a 0.60 (inibina B 4.5).
Mi sento tradita dal mio corpo, mi rendo conto ora di quanto gli ormoni sostengono la vita di una donna. E’ tutto lì, fanno la differenza tra la giovinezza e la vecchiaia, perché così mi sento adesso. Non c’è più il sesso, quello bello, ma uno stagno emozionale. I miei capelli in due anni sono diventati bianchi, io che avevo una testa corvina. Ma più di tutto mi mancano il trasporto, la vitalità e il profumo della mia pelle. Mi sento cambiare, mentre spero che il centro di fecondazione assistita mi chiami.
Scusate lo sfogo, certe tappe me le aspettavo più graduali. Non sono pronta.