Novanta pazienti oncologici (56 colpiti alla testa e al collo, 34 al colon-retto) hanno compilato la Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS) nei seguenti momenti:
- prima dell’operazione;
- 6, 12 e 24 settimane dopo l’intervento.
E’ stato inoltre effettuato un prelievo di sangue prima dell’operazione, e una e 6 settimane dopo l’intervento, per misurare i livelli di proteina C-reattiva (C-reactive protein, CRP) e di citochine proinfiammatorie.
Questi, in sintesi, i risultati:
- i traumi infantili e gli eventi esistenziali recenti costituiscono un fattore di rischio per più elevati livelli di sintomi depressivi;
- nei pazienti colpiti da carcinoma del colon-retto, i livelli iniziali di CRP sono associati con i sintomi depressivi a sei (p=0.008) e 12 settimane (p=0.038);
- i livelli di molecole infiammatorie sono persistentemente più alti per periodi di tempo più lunghi, anche dopo aver corretto i dati per tutte le variabili specificamente correlate al cancro;
- i traumi infantili sono positivamente associati ai livelli di TNFα e CRP nei pazienti colpiti da carcinoma del colon-retto.
Con tutte le cautele dovute alla limitatezza numerica del campione preso in esame, gli Autori sottolineano come l’aumento dei livelli dei mediatori dell’infiammazione possa costituire un significativo fattore di rischio per la depressione nei pazienti colpiti da carcinoma del colon-retto, e meriti quindi di essere preso in considerazione come potenziale target della terapia. I dati dello studio pilota sembrano inoltre confermare le più recenti acquisizioni sugli effetti a lungo termine degli eventi traumatici dell’infanzia sulla salute in età adulta.
Questo articolo, in sintesi, suggerisce due spunti di riflessione cardinali:
1) da un lato, come lo stress biologico, per la cronica attivazione del corticotrophin releasing pathway (CRP), ossia della via endocrina di adattamento allo stato di emergenza psichica e/o fisica, caratterizzato dall’aumento di cortisolo e adrenalina causato da traumi infantili, possa determinare un aumento persistente di molecole infiammatorie che a loro volta aumentano la vulnerabilità alla depressione successiva;
2) dall’altro, come la diagnosi di tumore e le cure correlate causino un aumento di molecole infiammatorie, responsabili della componente biologica della depressione; tale aumento è maggiore e più prolungato in chi abbia avuto traumi infantili. Come se la prima esperienza di stress psicofisico significativo e di attivazione della produzione di molecole infiammatorie costituisse un “imprinting”, una memoria biologica di allarme, che porta l’organismo a iper-rispondere a gravi eventi biologici e psichici successivi, quale è la diagnosi e la cura di un tumore.