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Mutilazioni genitali femminili: conoscere per aiutare

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Mutilazioni genitali femminili: conoscere per aiutare

06/09/2022

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Sintesi del video e punti chiave

In ogni situazione di sofferenza fisica ed emotiva la qualità del supporto clinico dipende innanzitutto da un’adeguata conoscenza del problema. Questo è particolarmente vero quando ci troviamo di fronte a una donna che abbia subito una mutilazione genitale di natura rituale: non si può offrire un valido aiuto se prima non si ha un quadro chiaro delle variabili antropologiche, sociali e psicologiche che sottendono il fenomeno.
In questo video, la professoressa Graziottin illustra:
- come l’impatto della mutilazione genitale possa essere molto diverso a seconda che la donna viva nel proprio contesto di origine oppure in un altro Paese;
- la “patente” di femminilità, desiderabilità e rispettabilità che la mutilazione genitale in alcune culture tradizionali;
- come il senso di appartenenza determinato dalla disponibilità a sottoporsi a queste pratiche plurisecolari possa, entro certi limiti, mitigare il dolore e le complicanze a lungo termine delle forme di mutilazione più gravi e devastanti;
- come in Europa o in Nord America, per contro, sussista il rischio concreto di stigma sociale, disistima e isolamento, tanto più grave se si pensa che la situazione di queste donne è considerata, nei Paesi occidentali, meritevole di intervento medico e psicologico;
- gli obiettivi terapeutici dei centri specializzati: limitare i danni fisici della mutilazione, mitigare il dolore, proteggere la sessualità, incoraggiare una corretta percezione della femminilità, mediare i rapporti con le famiglie di origine, accompagnare la relazione di coppia;
- perché è più che mai necessario parlare del problema per accrescere la consapevolezza delle vittime, del personale sanitario e dell’opinione pubblica.

Realizzazione tecnica di Monica Sansone

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