Illustrare le implicazioni gastrointestinali del Covid-19 a livello fisiopatologico e clinico: è questo l’obiettivo della review coordinata da Giovani Barbara e Vincenzo Stanghellini, ed espressione del Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Bologna e del Primo dipartimento di Medicina interna dell’Università di Pavia.
L’infezione da Covid-19 si associa a problemi gastrointestinali ed epatici in circa il 20 per cento dei pazienti: l’agente virale attacca le cellule epiteliali del tratto gastrointestinale che esprimono i recettori dell’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (angiotensin-converting enzyme 2, ACE2), innescando una cascata di eventi che determinano uno stato infiammatorio a livello di mucosa e sistemico.
I pazienti sintomatici mostrano alterazioni nella composizione e nella funzionalità del microbiota intestinale che possono contribuire all’insorgere di disfunzioni della barriera intestinale e all’attivazione del sistema immunitario.
Le evidenze suggeriscono inoltre che l’infezione e la conseguente infiammazione di mucosa impattano sul sistema nervoso enterico: la conseguente attivazione delle fibre afferenti al sistema nervoso centrale può, almeno in parte, contribuire all’insorgenza di alcuni sintomi ben descritti nel quadro del Codid-19, come il vomito e la diarrea.
Fra le complicanze non respiratorie dell’infezione sono state descritte anche disfunzioni del fegato e del pancreas, il che rafforza la visione della SARS-CoV-2 come patologia sistemica in grado di attaccare molteplici organi.
In questo contesto, la review si propone di:
- illustrare le attuali evidenze sulla fisiopatologia delle implicazioni gastrointestinali del Covid-19, inclusi gli effetti sul microbiota intestinale, la via oro-fecale di trasmissione del virus e le potenziali interazioni fra il sistema nervoso enterico e il virus stesso;
- analizzare i dati a oggi disponibili sulle manifestazioni cliniche dell’infezione a livello gastrointestinale ed epatico, e sull’efficacia delle terapie disponibili.
L’infezione da Covid-19 si associa a problemi gastrointestinali ed epatici in circa il 20 per cento dei pazienti: l’agente virale attacca le cellule epiteliali del tratto gastrointestinale che esprimono i recettori dell’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (angiotensin-converting enzyme 2, ACE2), innescando una cascata di eventi che determinano uno stato infiammatorio a livello di mucosa e sistemico.
I pazienti sintomatici mostrano alterazioni nella composizione e nella funzionalità del microbiota intestinale che possono contribuire all’insorgere di disfunzioni della barriera intestinale e all’attivazione del sistema immunitario.
Le evidenze suggeriscono inoltre che l’infezione e la conseguente infiammazione di mucosa impattano sul sistema nervoso enterico: la conseguente attivazione delle fibre afferenti al sistema nervoso centrale può, almeno in parte, contribuire all’insorgenza di alcuni sintomi ben descritti nel quadro del Codid-19, come il vomito e la diarrea.
Fra le complicanze non respiratorie dell’infezione sono state descritte anche disfunzioni del fegato e del pancreas, il che rafforza la visione della SARS-CoV-2 come patologia sistemica in grado di attaccare molteplici organi.
In questo contesto, la review si propone di:
- illustrare le attuali evidenze sulla fisiopatologia delle implicazioni gastrointestinali del Covid-19, inclusi gli effetti sul microbiota intestinale, la via oro-fecale di trasmissione del virus e le potenziali interazioni fra il sistema nervoso enterico e il virus stesso;
- analizzare i dati a oggi disponibili sulle manifestazioni cliniche dell’infezione a livello gastrointestinale ed epatico, e sull’efficacia delle terapie disponibili.
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