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La maternità oggi: momento di transizione

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23/03/2009
Garbagnoli V.
La maternità oggi: momento di transizione
Atti del Convegno Nazionale della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) su "Non lasciamole sole. Una rete di tutela contro la depressione post partum", Roma, 2 aprile 2008, Intermedia Editore, Brescia, 2008, p. 89-92
Come possiamo riflettere sulla depressione se non proviamo a pensare al nostro tempo, alla sua dimensione soggettiva? Quando dilaga una depressione radicale la psichiatria insegna che il presente è risucchiato costantemente dal passato, che cresce tumultuoso come un fiume in piena; il futuro si sbriciola di fronte a tanto affluire e si dissolve. Il tempo delle illusioni, delle utopie, delle certezze, delle possibilità e delle impossibilità, dei sogni dolorosi fa parte del nostro mondo interiore; di contro, il tempo dell’orologio, della velocità, dell’efficienza, della quotidiana ansietà, fa parte del mondo esterno che non tollera di fermarsi e di ascoltare per cercare di comprendere. È come se si vivesse costantemente immersi in un mondo caratterizzato da un’effimera e falsa presenza di efficienza quotidiana.
Nelle donne colpite da depressione post partum, spesso, si sente che vivono l’accudimento del bambino da un lato come se fosse un lavoro sfinente e dall’altro come se fossero costantemente inadeguate ed incapaci. L’esame dei loro racconti consente di individuare forti spinte aggressive inconsce nei confronti del piccolo, che è arrivato a sconvolgere una routine di vita. Molte di loro dicono di sentirsi come in gabbia, e prendono le distanze affettive da questo piccolo, come difesa e blocco inibitorio; ogni affetto è bloccato, compresa l’aggressività, e il bambino diventa un estraneo. L’impossibilità di immedesimazione fa sì che non si sviluppi quella capacità empatica che permette alla madre di comprendere i bisogni del piccolo. 

Per gentile concessione della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) e di Intermedia Editore.

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