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Endometriosi: un caso che conferma l’importanza della diagnosi precoce

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«Ho 42 anni e solo qualche mese fa, dopo anni di dolore pelvico, ho scoperto di avere l’endometriosi. I medici avevano sempre dato la colpa dei miei sintomi al sovrappeso e all’intestino irritabile, di cui effettivamente soffro. Il focolaio era concentrato nell’ovaio sinistro. Dopo l’intervento chirurgico, però, la situazione non è migliorata: i cicli, che erano sempre stati dolorosi ma normali, nel corso del tempo sono diventati sempre più abbondanti, con crampi e coaguli. L’unico momento di pace l’ho avuto durante la gravidanza. Il dolore mestruale, a volte, è davvero insopportabile. Sono sempre in ansia e di cattivo umore, anche se i vostri video mi stanno aiutando molto. Che cosa posso fare per stare meglio?».

Endometriosi: un caso che conferma l’importanza della diagnosi precoce

13/10/2023

Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

La risposta in sintesi

Gentile amica, la sua storia conferma che l’endometriosi resta purtroppo una patologia diagnosticata troppo tardi. I sintomi di cui parla – le mestruazioni da sempre dolorose, il dolore pelvico cronico – sono infatti altamente indicativi di un’endometriosi che, nel suo caso, era molto aggressiva già in adolescenza.
In questo video illustro:
- come i flussi emorragici che lei nota da qualche tempo, con coaguli di sangue e crampi, possano essere dovuti non solo all’endometriosi in sé, ma anche a due ulteriori concause: gli squilibri ormonali che precedono la menopausa e che possono comparire anche molti anni prima dell’ultimo ciclo; un fibroma uterino sottomucoso, ossia sotto l’endometrio;
- perché un fibroma di questo tipo, anche se di piccole dimensioni, può essere molto sintomatico e causare proprio i disturbi mestruali che lei lamenta;
- le soluzioni terapeutiche per tenere sotto controllo i flussi e il dolore, nel caso in cui si escluda la presenza di un fibroma: dispositivo intrauterino al levonorgestrel; un progestinico come il dienogest (DNG) o il nomegestrolo acetato (NOMAC); una pillola contraccettiva con estradiolo (estrogeno naturale) e un progestinico a scelta fra DNG e NOMAC;
- perché la terapia contraccettiva deve essere assunta in continua, o al massimo con una pausa ogni 3 o 4 mesi;
- come queste soluzioni consentano anche di curare l’anemia conseguente alle abbondanti perdite di sangue e l’infiammazione pelvica che si riaccende ad ogni ciclo;
- i benefici dell’acido alfa-lipoico (ALA) e della palmitoiletanolamide (PEA), disponibili in diverse formulazioni, nell’attenuare l’iperattività dei mastociti che contribuisce ad alimentare l’infiammazione;
- l’opportunità, infine, di un’integrazione a base di ferro, acido folico e vitamina B12 per recuperare energia vitale e migliorare l’umore.

Realizzazione tecnica di Monica Sansone

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