Sintesi dell'intervista e punti chiave
La fobia è un disturbo d’ansia caratterizzato da una predisposizione genetica, non di rado aggravato da fattori educativi o ambientali, e pronto a scatenarsi a fronte di eventi destabilizzanti anche minimi: la paura del giudizio e dell’aggressività altrui, ma anche delle vie spaziose o delle grandi piazze, e poi delle piume, dei serpenti, dei ragni, dei topi. In positivo, oggi le fobie sono curabili a livello farmacologico, psicoterapeutico e di stili di vita.
In quali gruppi di suddividono le fobie? Da che cosa dipendono? Perché avere una predisposizione genetica non significa andare incontro a un destino ineluttabile? Come si può superare la fobia sociale, recuperando poco per volta il gusto di vivere?
In questa intervista illustriamo:
- i tre gruppi in cui si classificano le fobie: agorafobia, fobie specifiche, fobia sociale;
- il sintomo principe della fobia: l’eccesso d’ansia, a sua volta dovuto a un’eccessiva reattività dei centri cerebrali che regolano i nostri sistemi di allarme;
- il ruolo dell’adrenalina e del cortisolo nel mediare l’attacco d’ansia e la reazione fobica;
- come la penetranza e l’espressività di un gene possano essere amplificate o attenuate dalle relazioni personali e dall’educazione ricevuta, dagli stili di vita e dalle terapie, e come quindi la “familiarità” con un disturbo non costituisca mai una sentenza inappellabile;
- le vie per curare la fobia sociale: terapia farmacologica a base di inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI, antidepressivi di ultima generazione), integrata da una psicoterapia comportamentale; movimento fisico, perché consente di ridurre l’ansia, scaricandola in modo sano;
- come un aiuto prezioso possa venire dall’equitazione e dalla pony-terapia, perché il cavallo, animale straordinariamente sensibile e pauroso, entra facilmente in sintonia con le nostre ansie e ci aiuta ad allentarle.