Nel video che abbiamo scelto, Valentina Lisitsa esegue proprio uno dei suoi cavalli di battaglia chopiniani, il Notturno Op. 48 No. 1, scritto dal compositore polacco a Parigi, nel 1841, e dedicato, come da indicazione in partitura, «à mademoiselle Laure Duperré», una sua allieva, della quale nulla sappiamo tranne che è oggi immortale perché questa, nella tonalità di do minore, è semplicemente una delle pagine più toccanti del compositore polacco. Abbiamo detto, all’inizio, un ascolto lenitivo: in questo pezzo sembra esserci l’intera tavolozza delle emozioni umane, nelle quali ritroviamo il nostro continuo peregrinare tra opposti stati d’animo, dalla disperazione alla preghiera, dalla rinascita alla rassegnazione. La pianista ucraina lo esegue da par suo, con una sensibilità chopiniana cangiante, com’è normale avvenga nella vita di un’artista; e dunque questa interpretazione su YouTube, che si riferisce a un’incisione discografica del 2010, un recital di Chopin, è assai diversa da quella di dieci anni dopo, uscita alla fine del 2019, un altro disco dedicato al musicista polacco, in cui lo stesso Notturno Op. 48 No. 1 è reinterpretato con una diversa scelta di metronomo, assai più meditativa, introspettiva, dove il Lento iniziale è ancora più lento, quasi a rimarcare l’angoscia che ha ispirato a Chopin questo Notturno.
Per scrivere queste righe lo abbiamo ascoltato e riascoltato decine di volte, in un loop continuo, immersi in un discorso a tratti disperato e in altri infuocato. Un brano che dopo qualche ripetizione – lo avvertirete anche voi - rivela di sé quattro distinte parti: una prima dolente, sofferente, rappresentata dal Lento iniziale, dal quale si dipana il tema melodico che tornerà nel finale. Poi, all’improvviso, inizia una seconda parte, che nettamente si annuncia con la severità di un corale, molto spirituale, Poco più lento, che si anima via via in modo maestoso, con accordi a doppie ottave, in un incedere quasi sinfonico. Al termine, dopo una serie di scale incandescenti, senza soluzione di continuità ecco la terza parte: la ripresa del tema iniziale, ma con una diversa scelta ritmica. E’ la stessa meravigliosa melodia iniziale ma più veloce, incalzante, scorrevole. Sembra uscire dalla meditazione precedente e liberarsi dal dolore, infondere energia, passione, speranza. Alla fine di tutto, ecco la quarta parte di questo Notturno: il ritorno di poche, dolentissime note, accordi tremendi, oscuri, forse la morte nel cuore del compositore.
Ha scritto il musicologo e didatta Piero Rattalino: «Il Notturno Op. 48 No.1 ha uno schema drammaturgico tipico del melodramma: prima sezione come lamento, seconda come corale religioso in lontananza, ripresa della prima sezione con conclusione catartica, armonicamente tanto sorprendente quanto geniale nella sua semplicità. La conclusione è però tragica: si pensa al finale di Romeo e Giulietta».
Va ricordato che l’Op. 48 è l’insieme di due Notturni, l’Op. 1 e l’Op. 2, entrambi dedicati a questa fortunata fanciulla che fu Laure Duperré. Chopin vendette i diritti per 2.000 franchi, siamo a metà Ottocento. Sono importanti altre testimonianze. Per esempio, quella del compositore tedesco Theodor Kullak, contemporaneo di Chopin, che a proposito dell’Op. 48 No. 1 scrive: «Il contenuto poetico di questo Notturno lo rendono il più importante che Chopin ha creato; il soggetto principale è l’espressione magistrale di un grande dolore».
Jan Kleczyński, pianista polacco, compositore e maestro di scacchi, che nel momento in cui Chopin muore ha solo 12 anni, commenterà in seguito che la sezione centrale «è la storia di una sofferenza ancora maggiore raccontata in un recitando agitato; le arpe celesti vengono per portare un raggio di speranza, nel tentativo di calmare l’anima ferita, che manda in cielo un grido di angoscia più profonda».
Va ascoltato con la stessa passione con cui è stato scritto, questo pezzo. I Notturni si portano dietro, spesso, una connotazione eccessivamente sdolcinata, da salotto borghese, affettata, di brano lirico dal gusto sentimentale, a cui si associa erroneamente il concetto di “romantico”. Ci sono qui, invece, tutte le passioni di Chopin: l’uomo, l’esule, il patriota. Come ha scritto un critico francese nel 1861, «i Notturni sono forse il maggior titolo di gloria del compositore: le sue opere più perfette. In queste composizioni, di squisita eleganza, si sviluppa la natura del suo estro, con tutti i suoi pregi, l’elevatezza del pensiero, la nitidezza della forma, l’impronta di sognante malinconia che aggiunge infinita grazia a tutto quello che egli scrisse».
E’ proprio questo che sempre tentiamo di raccontare: è quando la sofferenza diventa grazia, che può scomparire.
Buon ascolto.
Per approfondire lascolto
Nocturnes
Valentina Lisitsa, pianoforte (QOR Records, disponibile anche sugli store digitali)
2) Fryderyk Chopin
Nocturnes
Maurizio Pollini, pianoforte (Deutsche Grammophon, disponibile anche sugli store digitali)
3) Fryderyk Chopin
Nocturnes
Arthur Rubinstein, pianoforte (BMG, disponibile anche sugli store digitali)