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Si può essere felici anche nella malattia

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Si può essere felici anche nella malattia

Si può essere felici anche nella malattia

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Si può essere felici anche nella malattia
(2.105 KB)
14/06/2008

Intervista alla Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

A cura di Angela Pederiva

Sintesi dell'intervista e punti chiave

Malattia e felicità sono sempre e comunque incompatibili? E’ sempre vero che la sofferenza fisica compromette irrimediabilmente la nostra serenità, il nostro sguardo sulla vita e sul futuro, a volte la nostra stessa dignità? No, non sempre. Esistono condizioni in cui la persona malata può trarre, dalla propria interiorità e dall’ambiente che la circonda, le energie necessarie per dare un senso costruttivo al proprio dolore: arrivando a un livello di consapevolezza, di maturità umana e, talvolta, persino di felicità più alto e appagante di prima, e dando una svolta di positività a una vita apparentemente segnata solo dal dolore.
In questa intervista, che risale al 2006 ma mantiene intatta la freschezza e la forza del suo messaggio di speranza, illustriamo:
- il significato etimologico della parola “felicità” che, nella sua radice indoeuropea e poi latina, è collegata con “fecundus”, ossia fertile, fecondo, nutriente;
- la possibilità che anche la malattia possa “nutrire” e far crescere in noi un atteggiamento interiore che renda ancora possibile ciò che – attraverso molteplici declinazioni – chiamiamo felicità;
- le condizioni fondamentali perché questo possa avvenire: la capacità di trovare un significato vero e una soddisfazione non meramente consolatoria nel compimento di sé, giorno dopo giorno; la forza, anche spirituale, di accettare e al tempo stesso integrare nell’esistenza quotidiana i molti limiti che la malattia pone; la solidità e la verità degli affetti;
- come il compimento di sé, in particolare, possa passare attraverso le qualità delle relazioni, l’amore messo in ciò che facciamo, il modo in cui ci rapportiamo al mondo e a quanto ci offre;
- le straordinarie parole del filosofo Karl Jaspers sulla coscienza del limite come principio a partire dal quale si può accettare la malattia e sul ruolo della malattia stessa nel “risvegliarci” dalle cose ovvie e nel farci apprezzare nuovamente le tante piccole gioie della vita.
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