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Rischio oncologico: l'impatto dell'inquinamento comportamentale

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Rischio oncologico: l'impatto dell'inquinamento comportamentale

14/02/2012

Intervista alla Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

Sintesi dell'intervista e punti chiave

La nostra epoca è contrassegnata da una drammatica diffusione di molte forme di tumore. Di fronte ai dati diffusi dai ricercatori, la nostra reazione è quasi sempre la stessa: colpa dell’inquinamento, colpa dell’ambiente in cui viviamo. Giusto, ma esiste anche un altro insidioso fattore di rischio, a cui non si presta abbastanza attenzione e che può aggravare la vulnerabilità oncologica a lungo termine sin dagli anni dell’adolescenza: l’inquinamento comportamentale. Ossia tutti quegli stili di vita poco sani, o decisamente nocivi, con cui avveleniamo giorno dopo giorno il nostro organismo: primi fra tutti, il fumo, l’alcol e la cattiva alimentazione.
Come influiscono questi tre fattori sul rischio di ammalarsi? E’ vero che il fumo, in particolare, può potenziare l’azione oncogena del Papillomavirus? Quali altri rischi sono connessi a questi stili di vita, soprattutto fra le adolescenti?
In questa intervista la professoressa Graziottin illustra:
- come il fumo aumenti la vulnerabilità al tumore non solo della mammella e del polmone, ma anche del collo dell’utero e della vescica;
- la sinergia perversa tra le sostanze cancerogene contenute nella sigaretta e i ceppi di Papillomavirus ad alto rischio oncogeno;
- che cos’è la “clearance virale” e come si riduce nelle persone che fumano;
- perché l’HPV può colpire anche la vescica e la placenta;
- il rischio associato all’assunzione regolare di alcol e al “binge drinking”, le bevute compulsive del sabato sera;
- come una giovane sotto l’effetto degli alcolici abbia maggiori probabilità di subire rapporti non protetti e non desiderati, sino al vero e proprio abuso, esponendosi al rischio di concepimenti indesiderati e malattie sessualmente trasmesse;
- le possibili conseguenze di una delle infezioni sessuali più diffuse, la Chlamydia: infertilità tubarica, gravidanze extrauterine, malattia infiammatoria pelvica (con conseguente dispareunia profonda), dolore pelvico cronico;
- i due principali effetti negativi del sovrappeso e dell’obesità: aumento delle molecole infiammatorie, con maggior rischio di tumori, accidenti cardiovascolari e malattie neurodegenerative; produzione di estrone, un estrogeno “cattivo” che accresce il rischio di cancro della mammella e dell’utero.

Per gentile concessione di MedLine.TV
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