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RU486: un approccio farmacologico al dramma dell'aborto

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RU486: un approccio farmacologico al dramma dell'aborto

RU486: un approccio farmacologico al dramma dell'aborto

31/10/2009

Intervista alla Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

A cura di Roberta Lupi e Valeria Colangelo (Radio Radio)

Sintesi dell'intervista e punti chiave

L’immissione in commercio da parte della RU486 (nota anche come pillola abortiva), deliberata nei mesi scorsi dalla Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), ha scatenato roventi polemiche fra i movimenti anti-abortisti e chi sostiene che la procedura farmacologica è un’opzione prevista dalla legge 194, ed è quindi pienamente legale. Gli oppositori della pillola, in particolare, sostengono che essa lede la dignità della donna, provoca gravi effetti collaterali e banalizza il percorso etico ed emotivo che porta alla decisione di abortire. Studi scientifici controllati dimostrano invece come i disturbi correlati all’assunzione della pillola (considerata “farmaco essenziale” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) siano sovrapponibili a quelli di un aborto spontaneo, e come le donne, con maggioranza significativa, preferiscano la soluzione chimica alla procedura chirurgica: il che non toglie che una scelta di questo tipo rimanga sempre molto dolorosa e impegnativa, fonte di grande sofferenza interiore.
Al di là delle polemiche, spesso basate su dati non corretti o male interpretati, come funziona realmente la RU486? Quali sono le controindicazioni e i suoi veri effetti collaterali? E’ un farmaco efficace? Ed è vero che, semplificando la procedura abortiva, rende meno problematico il percorso che porta alla decisione?
In questa intervista illustriamo:
- in che modo il progesterone favorisce la gestazione a livello di endometrio, miometrio e vasi sanguigni;
- come la pillola abortiva, bloccando i recettori del progesterone, ostacoli i processi biochimici da esso dipendenti, e provochi così l’interruzione della gravidanza;
- come il trattamento preveda in realtà la somministrazione di due diverse compresse: il mifepristone (l’antiprogesterone vero e proprio) e il misoprostolo (una prostaglandina che favorisce le contrazioni uterine);
- il tempo massimo entro il quale la procedura deve essere avviata, e le modalità di somministrazione delle due compresse;
- che cosa bisogna fare se l’espulsione dell’embrione non è completa;
- i dati di utilizzo e affidabilità della RU486;
- le controindicazioni e gli effetti collaterali del trattamento;
- come l’aborto farmacologico non minimizzi assolutamente l’impatto di una decisione sempre molto pesante dal punto di vista etico ed emotivo;
- come solo una contraccezione responsabile, ed estesa anche all’uomo, possa portare all’azzeramento degli aborti volontari, un obiettivo che dovrebbe trovare concordi tutte le forze laiche e cattoliche del nostro Paese.

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